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829ª Seduta pubblica

Mercoledì 24 maggio 2017 alle ore 16:34

Comunicato di seduta

Poiché la Commissione bilancio non ha ancora espresso il parere sul ddl relativo al riconoscimento della lingua dei segni, l'Assemblea ha esaminato e approvato il ddl n. 2291, Modifiche agli articoli 317, 319-ter, 346 e 346-bis del codice penale in materia di reati commessi in riferimento all'attività giudiziaria. Il testo passa alla Camera.

Il relatore, sen. Cucca (PD), ha illustrato il testo proposto dalla Commissione che si compone di 5 articoli e introduce aggravanti specifiche (aumento della pena fino alla metà) per i reati di concussione, corruzione, induzione indebita, millantato credito, traffico di influenze illecite qualora siano commessi in riferimento all'attività giudiziaria, ovvero riguardino magistrati o esercenti la professione forense.

Alla discussione generale hanno preso parte i sen. Doris Lo Moro (Art.1-MDP), Cappelletti (M5S), Falanga (ALA), Palma (FI-PdL). All'articolo 2 è stato approvato l'emendamento del relatore 2.501.

Con accenti molto diversi hanno dichiarato voto favorevole i sen. Erika Stefani (LN), Casson (Art.1-MDP), Falanga (ALA), Buemi (Aut), Albertini (AP), Loredana De Petris (SI-Sel), Buccarella (M5S), Caliendo (FI-PdL), Lumia (PD). I Gruppi ALA, FI-PdL, AP e Aut sono convintamente favorevoli al provvedimento perché colma una lacuna rispetto alla disciplina dei reati contro la pubblica amministrazione e tutela la neutralità dell'azione giudiziaria. Favorevole anche il Gruppo LN, che insiste però sul principio della certezza della pena. Art.1-MDP, SI-Sel e M5S, hanno, invece, espresso riserve su un provvedimento eccessivamente enfatizzato, che non affronta i nodi della giustizia e presume una sfiducia rispetto all'operato della magistratura. Il Gruppo SI-Sel è contrario in generale all'aumento delle pene; secondo M5S per contrastare efficacemente la corruzione sarebbe più utile intervenire su prescrizione, falso in bilancio, Dapso (interdizione dai pubblici uffici). Secondo il PD il provvedimento è un tassello di un approccio integrato di contrasto alla corruzione e non deve essere strumentalizzato.

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