Martedì 1 Marzo 2022 - 410ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 10:05)

A conclusione delle comunicazioni sugli sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina rese dal Presidente del Consiglio, l'Assemblea ha approvato la proposta di risoluzione unitaria n. 1 e respinto tutte le altre.

Il testo approvato impegna il Governo: a esigere l'immediata cessazione delle operazioni belliche e il ritiro delle forze militari; a sostenere ogni iniziativa multilaterale e bilaterale utile alla de-esclation militare e alla ripresa di un percorso negoziale; ad assicurare sostegno al popolo ucraino, con azioni di assistenza umanitaria e finanziaria e - tenendo informato il Parlamento e in coordinamento con altri paesi europei e alleati - con la cessione di apparati e strumenti militari per la difesa dell'Ucraina; a rafforzare la cooperazione UE-Ucraina; ad attivare un programma straordinario di accoglienza dei profughi; a sostenere in sede europea la sospensione del Patto di stabilità e l'istituzione di un fondo compensativo per gli Stati più penalizzati dalle sanzioni; a prevedere misure di sostegno alle imprese; ad attivare strategie di diversificazione degli approvvigionamenti energetici; ad attivare misure per preservare le infrastrutture strategiche da attacchi informatici o di altra natura; a sostenere il rafforzamento della politica estera e di sicurezza comune europea; a mantenere uno stretto e permanente coordinamento con i Paesi del G7.

In apertura di seduta il Presidente del Consiglio dei Ministri Draghi ha dichiarato che l'invasione dell'Ucraina segna una svolta decisiva nella storia europea e obbliga a scelte impensabili fino a qualche mese fa. La decisione senza precedenti di fornire armi all'Ucraina rappresenta anche una spinta verso una maggiore integrazione europea, l'istituzione di una difesa comune per l'autonomia strategica complementare all'Alleanza atlantica, la revisione delle politiche migratorie ed energetiche. Il piano russo di invasione rapida e conquista del Paese sembra fallire grazie alla resistenza ucraina e all'unità dimostrata dall'Europa, ma le truppe russe proseguono l'avanzata per prendere possesso delle principali città. La decisione di Mosca di allertare il sistema di difesa, anche nucleare, dimostra l'efficacia delle sanzioni e della resistenza. L'Italia è impegnata a sostenere l'Ucraina dal punto di vista umanitario e migratorio: si stimano milioni di rifugiati verso Polonia e Romania, che potranno contare sul nostro aiuto. Al Consiglio dei Ministri europei si è discusso di corridoi umanitari e di applicazione della direttiva sulla protezione internazionale. L'Italia ha già inviato un contributo di 110 milioni di euro al Governo di Kiev e ha programmato l'invio di beni e materiale sanitario a sostegno della popolazione. Per questo impegno di solidarietà il Governo ha decretato lo stato di emergenza umanitaria fino dicembre, che non cambia però la fine di stato di emergenza per il Covid. Sul piano militare, il Consiglio Nato ha attivato i cinque piani di risposta graduale; l'Italia contribuisce con 239 unità in Lettonia; sono disponibili ulteriori unità, circa 3.400, le forze aeree in Romania saranno raddoppiate. L'Unione europea ha dato prova di fermezza e unità varando sanzioni senza precedenti, fino ad impedire alla Banca centrale russa di intervenire per ridurre l'impatto delle sanzioni; sono in approvazione misure anche nei confronti della Bielorussia che ha votato l'eliminazione dello status di Paese denuclearizzato. L'Italia è pronta ad adottare ulteriori misure contro gli oligarchi, ma al tempo stesso va mantenuta aperta la via del dialogo. Il Governo è al lavoro per contrastare le ricadute del conflitto su diversi piani: protezione di obiettivi sensibili, nucleo per la cybersicurezza, problemi di fornitura energetica. Al momento non ci sono segnali di interruzione della fornitura di gas: nel breve termine non ci sono problemi grazie alle riserve stoccate, ma si lavora alle forniture da altri paesi, incrementi temporanei della produzione a carbone e a petrolio, maggiore flessibilità sui consumi, diversificazione delle fonti di approvvigionamento, semplificazione delle procedure di rinnovabili, investimenti sul biometano.

Nella successiva discussione i sen. Casini (Aut) e Cangini (FIBP-UDC) hanno svolto riflessioni sulla necessità di sacrifici e di educazione al realismo per restituire forza all'Occidente; la sen. Bonino (Misto) ha posto l'accento sull'unità dimostrata dall'Europa; il sen. Iwobi (L-SP) ha evidenziato la necessità di un sistema di difesa europea e di accoglienza dei rifugiati; la sen. Garavini (IV-PSI) ha caldeggiato l'ingresso dell'Ucraina nella UE, la nomina di un commissario europeo per la cessazione del conflitto, l'istituzione di un fondo di compensazione per le aziende europee più colpite dalle sanzioni; il sen. Urso (FdI) ha illustrato il lavoro svolto dal Copasir, che aveva compreso in anticipo le dinamiche geopolitiche in corso e avanzato proposte sulla cybersicurezza e l'indipendenza energetica. Il sen. Alfieri (PD) ha espresso fiducia nell'unità europea e nel potere contagioso della democrazia che può minare il Governo russo. Il sen. Romani (Misto) ha sottolineato il salto di qualità dell'azione della UE e ha condiviso la posizione del rappresentante europeo Borrell, secondo cui accelerare l'ingresso dell'Ucraina nella UE non favorisce la cessazione delle operazioni militari. La sen. Craxi (FIBP) ha posto l'accento sull'indipendenza energetica e sulla sospensione del Patto europeo di stabilità. Il sen. Candiani (L-SP) ha evidenziato la necessità di una robusta azione diplomatica e ha posto l'accento sull'impegno, contenuto nella risoluzione, per la de-esclation militare. Anche il sen. Ferrara (M5S), invocando prudenza e lucidità, ha sottolineato l'impegno per la de-esclation militare e la fine dell'allargamento della Nato a est; ha proposto quindi di rendere strutturale il Next generation EU e ha giudicato non percorribile la strada del ritorno alle centrali del carbone. Il sen. Errani (Misto-LeU), in dichiarazione di voto, pur sostenendo le sanzioni contro la Russia e l'invio di armi in Ucraina, ha preso le distanze dalla retorica dello scontro di civiltà e ha invitato all'equilibrio: l'identità europea consiste nell'affermare un'idea di sicurezza alternativa al principio delle sfere di influenza.

In replica il Presidente del Consiglio ha affermato che la risposta rapida ferma e compatta della Ue ha dimostrato che l'Europa non è impotente e divisa. La diplomazia non è riuscita a fermare il conflitto perché il piano era premeditato; l'impressione è che questo non sia il momento per il dialogo. Il Sottosegretario Amendola ha espresso parere favorevole sulla proposta di risoluzione unitaria e contrario sulle altre.

Con diversi accenti, hanno svolto dichiarazione di voto favorevole alla risoluzione, i sen. Casini (Aut), Faraone (IV-PSI), La Russa (FdI), Pinotti (PD), Errani (Misto-LeU), Anna Maria Bernini (FIBP), Salvini (L-SP), il quale ha precisato che il canale della diplomazia e il lavoro per la pace non si interrompono mai, e la sen. Domenica Castellone (M5S).

Hanno dichiarato voto contrario i senatori del Gruppo Misto che hanno presentato proposte alternative di risoluzione: secondo il sen. Crucioli, anziché prendere in esame le ragioni delle parti in conflitto, il Governo italiano obbedisce ad ordini superiori, senza rendersi conto che l'invio di armi è un atto di guerra destinato a innescare una pericola escalation; la proposta di risoluzione n. 3 chiede di promuovere una Conferenza per la pace e il disarmo, di non partecipare ad alcuna operazione militare, di evitare nuove sanzioni economiche. La sen. Nugnes ha invocato più Europa e meno Nato, corridoi umanitari anziché armi; la proposta di risoluzione n. 2 chiede di rafforzare l'azione diplomatica, di non partecipare all'intervento militare, di promuovere la neutralità internazionale dell'Ucraina e una Conferenza a Roma per la pace e il disarmo. Il sen. Paragone ha ricordato la catena di provocazioni contro la Russia, a partire dal colpo di Stato in Ucraina e la guerra contro la popolazione del Donbass, e ha sottolineato l'ennesimo stato di emergenza dichiarato dal Governo in violazione della Costituzione. La proposta n. 5 chiede la ripresa delle relazioni diplomatiche e la cessazione dello stato di emergenza. La sen. Fattori (Misto), presentatrice di un testo che esclude forme di reazione militare, ha chiesto la votazione per parti separate della risoluzione unitaria, ma la proposta è stata respinta.

(La seduta è terminata alle ore 13:56 )



Informazioni aggiuntive

FINE PAGINA

vai a inizio pagina