Mercoledì 10 Novembre 2021 - 377ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 09:32)

Con 199 voti favorevoli e 38 contrari l'Assemblea ha rinnovato la fiducia al Governo, approvando con modifiche il ddl 2394, conversione in legge del decreto-legge 21 settembre 2021, n. 127, recante misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l'estensione dell'ambito applicativo della certificazione verde COVID-19 e il rafforzamento del sistema di screening. Il testo passa all'esame della Camera.

La relatrice, sen. Valente (PD), ha sottolineato che il provvedimento non prevede un obbligo generale di vaccinazione e scaturisce da una mediazione complessa ma equilibrata. Gli articoli da 1 a 3 riguardano l'estensione fino al 31 dicembre dell'ambito applicativo della certificazione nei luoghi di lavoro pubblico e privato. Sono previste misure per la semplificazione delle verifiche, fra cui la consegna al datore di lavoro di copia del certificato. L'articolo 4 prevede la somministrazione di test antigenici rapidi a prezzi calmierati; l'articolo 7 prevede finanziamenti aggiuntivi per il Ministero della salute. L'articolo 8 riguarda il parere periodico del comitato tecnico scientifico sulle misure di distanziamento. In conclusione, la relatrice ha sottolineato che vaccini e certificati verdi non sono strumenti di controllo e discriminazione dei cittadini, bensì misure efficaci di prevenzione.

Il sen. Ciampolillo (Misto) ha avanzato una questione pregiudiziale, richiamando il diritto dell'Unione europea sulla protezione dei dati personali e argomentando che le misure del decreto sono carenti rispetto ai principi di proporzionalità ed efficacia. Respinta la pregiudiziale, si è svolta la discussione generale. I sen. Grassi e Alessandra Riccardi (L-SP) hanno espresso disappunto per il mancato accoglimento di due emendamenti del Gruppo: il primo prevedeva il rilascio del certificato a coloro che, avendo contratto l'infezione, anche in modo asintomatico, hanno sviluppato una memoria immunitaria; il secondo esplicitava l'obbligo dello Stato, già affermato da una sentenza della Corte costituzionale, di risarcire coloro che hanno riportato danni dal vaccino. Il sen. Bagnai (L-SP) ha ricordato che la copertura vaccinale viene meno dopo sei mesi, mentre l'immunità naturale dura almeno un anno; ha quindi osservato che la mancata raccolta di dati sulle reazioni avverse è un segno di debolezza: l'autorevolezza presuppone un'informazione trasparente e non contraddittoria. Il sen. Maffoni (FdI) ha posto l'accento su tre questioni: l'onere dei tamponi, che crea ulteriori difficoltà ai piccoli imprenditori; la violazione dei diritti dei lavoratori, laddove si prevede la loro sostituzione in assenza di certificazione; l'incapacità del green pass di misurare la carica virale. Il sen. Zaffini (FdI) ha criticato il fatto che il Governo non abbia tenuto in considerazione il lavoro svolto in Parlamento per approfondire l'argomento; non è chiaro ad esempio perché la UE abbia acquistato, con contratti secretati, 4,6 milioni di dosi vaccinali (circa dieci per ogni cittadino). La sen. Boldrini (PD) ha approvato la decisione del Governo di limitare i cortei e ha indicato come valore preminente la tutela della salute collettiva: le norme del decreto rispondono a principi di responsabilità e ragionevolezza e pongono le basi per la ripresa economica. La sen. Fedeli (PD) ha osservato che l'obbligo di certificazione tutela le fasce più deboli e ha rivolto un invito a combattere la disinformazione. Il sen. Crucioli (Misto l'A.c'è) ha criticato la decisione del Governo di limitare le manifestazioni di dissenso e ha richiamato i pareri scientifici contrastanti sull'efficacia dei certificati Covid. La sen. Rizzotti (FIBP) ha sollecitato un'informazione scientifica più efficace, ricordando che il certificato verde ha consentito di estendere la vaccinazione e di riprendere le attività in presenza: il vaccino non può garantire una copertura totale ma riduce indubbiamente la probabilità dei contagi. Il sen. Pagano (FIBP) ha manifestato stupore e preoccupazione per le critiche ad un provvedimento che riflette un bilanciamento ragionevole fra tutela della salute e diritto al lavoro e che ha consentito all'Italia di avere una situazione migliore rispetto ad altri Paesi. La sen. Binetti (FIBP) ha invitato a non trasformare il certificato verde in una battaglia ideologica e ad assumere decisioni più coerenti: il tampone dovrebbe essere a carico del Servizio sanitario, coloro che lavorano a distanza non dovrebbero essere obbligati a presentare il certificato verde. La sen. Granato (Misto-l'A.c'è) ha posto l'accento sugli interessi reali che si celano dietro la pandemia e sulle pressioni esercitate per somministrare vaccini che sono meno testati dei prodotti cosmetici; ha accusato infine sindacati e maggioranza di Governo di servilismo nei confronti delle multinazionali del farmaco. A titolo personale, il sen. Romeo (L-SP) ha evidenziato che il certificato verde non ha ottenuto gli effetti sperati: i contagi sono in aumento, sono cresciute le resistenze al vaccino, le tensioni sociali, le divisioni tra no vax e ultra vax. Ha quindi invocato coerenza, trasparenza, prudenza: l'Italia ha il certificato più duro d'Europa ma chi viene dall'estero non viene controllato; i non vaccinati, sottoponendosi ai tamponi, sono più controllati, mentre i vaccinati, sentendosi immuni, tendono a ridurre le precauzioni; la comunità scientifica è divisa su efficacia ed effetti del vaccino e interrogativi pesanti gravano sulla vaccinazione dei minori. Il sen. Romano (M5S), dopo aver ricordato che la campagna vaccinale ha consentito la ripresa delle attività economiche e delle relazioni sociali, ha ribadito la necessità di rafforzare la ricerca pubblica e di sospendere i brevetti sui farmaci; rispetto al decreto, il Gruppo si è adoperato per eliminare le discriminazioni non necessarie alla salvaguardia della salute e alla tenuta del sistema sanitario.

Il Ministro per i rapporti con il Parlamento D'Incà ha presentato l'emendamento 1.8000 (v. allegato A del resoconto stenografico) interamente sostitutivo dell'articolo di conversione del decreto-legge, che recepisce le modifiche approvate in Commissione. La Presidenza ha valutato ammissibile l'emendamento; la Commissione bilancio ha espresso, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, parere di nulla osta condizionato a una modifica dell'articolo 3-quater in materia di personale sanitario. Il Governo ha recepito la condizione della 5a Commissione e ha posto la questione di fiducia sull'approvazione dell'emendamento così come modificato.

Hanno svolto dichiarazione di voto convintamente favorevole la sen. Unterberger (Aut), la sen. Parente (IV-PSI), il sen. Parrini (PD), il sen. Vitali (FIBP), il sen. Garruti (M5S) e il sen. Ruotolo (Misto-LeU), il quale ha ricordato che la pandemia non cesserà finché non saranno vaccinate le popolazioni dei Paesi poveri. Il sen. Augussori (L-SP) ha confermato la fiducia, ma ha dichiarato che il Gruppo è contrario all'impiego, controproducente e divisivo, del green pass come strumento di pressione. Il sen. Malan (FdI) ha dichiarato voto contrario: al di là di piccole modifiche migliorative approvate in Commissione, il Governo ha rifiutato proposte ragionevoli che riconoscevano l'immunità naturale, escludevano dal green pass le persone che lavorano da sole o all'aperto, equiparavano i bus turistici agli altri mezzi di trasporto, impegnavano a non prevedere la vaccinazione per i minori sotto dodici anni. Denunciando la scarsa trasparenza nella gestione dei dati, il Gruppo chiede una Commissione d'inchiesta. Anche il sen. Paragone (Misto), in dissenso dal Gruppo, ha dichiarato voto contrario.

(La seduta è terminata alle ore 20:56 )



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