Venerdì 25 Febbraio 2022 - 409ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 12:40)

Il Presidente del Consiglio dei Ministri Draghi ha reso un'informativa sul conflitto tra Russia e Ucraina: le operazioni militari rischiano di prolungarsi fino alla distruzione del sistema difensivo ucraino; il Governo russo ha avanzato la proposta di trattative dirette, confermando che l'obiettivo è neutralizzare e demilitarizzare il Paese, non risulta al momento un riscontro ucraino. L'ambasciata italiana a Kiev è pienamente operativa e sta pianificando un'evacuazione in condizioni di sicurezza. L'Italia, insieme agli altri leader del G7, condanna l'invasione, giudicandola una gravissima violazione della sovranità di uno Stato, dei trattati internazionali e dei valori europei, e ieri ha convocato l'ambasciatore della Federazione russa, per richiamare Mosca a cessare l'offensiva e a ritirare le forze in modo incondizionato. L'agenda della Russia è vasta, complessa, a lungo premeditata: la sensazione è quella di essere all'inizio di un profondo cambiamento nelle relazioni internazionali. Oggi pomeriggio è previsto un vertice della NATO per coordinare il rafforzamento del fianco orientale. Per quanto riguarda il piano bilaterale, si sta definendo un pacchetto da 110 milioni di euro per aiuti finanziari all'Ucraina. Nell'ambito della difesa, si stanno predisponendo misure di assistenza, in particolare, nel settore dello sminamento e della fornitura di equipaggiamento di protezione. Il Governo italiano ha sempre auspicato, insieme ai partner internazionali, di risolvere la crisi attraverso la diplomazia; le violenze di questa settimana rendono però impossibile un dialogo sincero e utile. La priorità, oggi, è rafforzare la sicurezza del continente e applicare la massima pressione sulla Russia perché ritiri le truppe e ritorni al tavolo dei negoziati. Dal punto di vista militare, ieri il Consiglio NATO ha approvato 5 piani di risposta graduale che, in questa prima fase, puntano a consolidare la postura di deterrenza a Est. Le forze italiane impiegabili dalla NATO sono costituite da unità già schierate in zona di operazioni - circa 240 uomini attualmente schierati in Lettonia, assieme a forze navali e a velivoli in Romania - e da altre che saranno attivate su richiesta del Comando alleato (circa 1.400 uomini dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica e ulteriori 2.000 militari disponibili). Le forze saranno impiegate nell'area di responsabilità della NATO e non c'è alcuna autorizzazione implicita all'attraversamento dei confini. Le sanzioni contro la Russia sono state coordinate insieme ai partner del G7: consistono nel bando alle importazioni e alle esportazioni da entità separatiste, il divieto di rifinanziamento del debito sovrano nel mercato secondario e il congelamento di asset di tre istituti bancari. Vi sono anche sanzioni mirate nei confronti di individui ed entità, come gli oltre 300 membri della Duma che hanno proposto il riconoscimento dei territori separatisti e hanno votato a favore. Il Consiglio europeo di ieri ha approvato misure più stringenti. In queste ore a Bruxelles si discute di divieto di rifinanziamento per banche e imprese pubbliche in Russia, il blocco di nuovi depositi bancari dalla Russia verso istituti di credito dell'Unione europea, misure nel settore dell'energia mirate a impedire il trasferimento di tecnologie avanzate, misure nel settore dei trasporti, come il divieto di esportazione esteso a tutti i beni, le tecnologie e i servizi destinati al settore aereo, un blocco dei finanziamenti per nuovi investimenti in Russia e altre misure di controllo delle esportazioni, la sospensione degli accordi di facilitazione e dei visti per passaporti diplomatici e di servizio russi. Le sanzioni avranno un impatto sull'economia italiana: la maggiore preoccupazione riguarda il settore energetico, circa il 45 per cento del gas importato proviene infatti dalla Russia. Occorre procedere speditamente sul fronte della diversificazione delle fonti energetiche e dei fornitori. L'Italia è impegnata a spingere l'Unione europea nella direzione di meccanismi di stoccaggio comune. Il Governo è al lavoro per gestire al meglio una possibile crisi energetica e per aumentare le forniture alternative ed è pronto a intervenire per calmierare ulteriormente il prezzo dell'energia. Le misure di emergenza includono una maggiore flessibilità dei consumi di gas, sospensioni nel settore industriale, regole sui consumi del settore termoelettrico. Occorre aumentare la produzione nazionale di gas e potrebbe essere necessaria la riapertura delle centrali a carbone per colmare eventuali mancanze nell'immediato, anche se la via maestra resta il maggior sviluppo delle rinnovabili attraverso la semplificazione delle procedure di autorizzazione degli impianti.

Nella successiva discussione, il sen. Crucioli (Misto) ha rimproverato al Presidente del Consiglio di aver taciuto le responsabilità della Nato: dal 2014 le bombe ucraine nel Donbass hanno ucciso 14.000 civili russi; in analogia con la crisi dei missili a Cuba, era facilmente prevedibile che la pressione per l'allargamento della Nato a est avrebbe scatenato il conflitto e non si comprende per quale motivo la richiesta di smilitarizzazione dell'Ucraina non sia stata nemmeno discussa. L'Italia dovrebbe adoperarsi per il cessate il fuoco, proponendosi come mediatore neutrale, rendendosi indisponibile all'invio di soldati alle frontiere russe e negando sanzioni che aggravano una situazione economica già difficile. Il sen. Bressa (Aut) ha espresso preoccupazione per il legame tra l'attacco russo all'Ucraina, che mira a sovvertire l'attuale ordine mondiale, e le pretese cinesi su Taiwan, il revanscismo dell'India, le aspirazioni imperiali della Turchia. Il sen. Renzi (IV-PSI) ha rilevato che l'intervento russo era pianificato e l'operazione ha fatto seguito al ritiro delle truppe Nato dall'Afghanistan; ha quindi giudicato inevitabili le sanzioni e ha proposto la nomina di Angela Merkel quale inviato speciale della UE. Il sen. Ciriani (FdI) ha raccolto l'appello all'unità del Paese, ma ha invitato a fare i conti con gli errori commessi: il ritiro prematuro delle truppe dall'Afghanistan, la mancanza di una difesa europea, una politica energetica sconsiderata che ha reso l'Italia vulnerabile. La sen. Malpezzi (PD) ha sottolineato la compattezza della Nato e dell'Europa di fronte all'aggressione russa; ha quindi sollecitato sostegni umanitari alla popolazione ucraina e accoglienza per i profughi. La sen. De Petris (Misto-LeU) ha richiamato il principio di autodeterminazione dei popoli e ha invitato l'Europa ad affrontare la crisi ucraina con la stessa solidarietà messa in campo rispetto alla pandemia; ha quindi sollecitato un piano straordinario per le fonti rinnovabili. La sen. Bernini (FIBP) ha rilevato il deterioramento del quadro internazionale a vent'anni dall'incontro di Pratica di mare e ha invitato a valutare efficacia e impatto delle sanzioni. Il sen. Salvini (L-SP), dopo aver ricordato che il presidente ucraino Zelenskj ha chiesto un incontro con il presidente Putin, ha invitato Draghi a proporsi per una mediazione. La sen. Castellone (M5S) ha proposto la creazione di un recovery energy fund in ambito europeo per sostenere le economie dei Paesi in proporzione ai danni subiti.

(La seduta è terminata alle ore 14:02 )



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