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Giovedì 22 Giugno 2023 - 80ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 10:05)

L'Assemblea ha approvato, con modifiche, il ddl n. 685, conversione in legge del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, recante misure urgenti per l'inclusione sociale e l'accesso al mondo del lavoro (c.d. decreto lavoro). Il testo passa alla Camera dei deputati.

Il ddl interviene in quattro ambiti: il capo I (articoli 1-13) reca nuove misure di inclusione sociale e lavorativa. In base a quanto previsto dalla legge di bilancio, l'articolo dispone l'abrogazione dell'istituto del reddito di cittadinanza e istituisce, a decorrere dal 1° gennaio 2024, l'assegno di inclusione, che spetta a nuclei familiari in cui vi sia almeno un soggetto minorenne o avente almeno sessanta anni di età o disabile. Sono specificati i criteri e le modalità di accesso al beneficio; la Commissione ha ampliato la platea dei beneficiari, modificando il parametro di equivalenza e introducendo la valutazione multidimensionale delle condizioni del nucleo familiare da parte dei servizi sociali. Il ddl istituisce, inoltre, il supporto per la formazione e il lavoro e prevede percorsi di inclusione personalizzati. Il capo II (articoli 14-18) reca interventi di rafforzamento delle regole di sicurezza sul lavoro, di tutela contro gli infortuni e di aggiornamento dei controlli ispettivi. Il capo III (articoli 19-38) reca ulteriori interventi in materia di politiche sociali e lavoro (fra le quali il bonus trasporto per gli studenti impegnati in attività di formazione, l'aumento dell'assegno unico e universale per i figli a carico, la modifica della disciplina dei contratti di lavoro a tempo determinato nel settore privato, la disciplina dei contratti di espansione e degli obblighi di informazione dei datori di lavoro, gli incentivi all'occupazione giovanile, anche nel terzo settore, gli incentivi per il lavoro di persone con disabilità). Il capo IV (articoli 39-43) reca misure di sostegno per i lavoratori e per la riduzione della pressione fiscale (esonero parziale dei contributi previdenziali, detassazione del lavoro notturno e festivo per il personale di strutture alberghiere, proroga del lavoro agile, trattamento straordinario di integrazione salariale).

Nella seduta di ieri, dopo la relazione della sen. Mancini (FdI), si è svolta la discussione generale e sono stati votati gli emendamenti (v. comunicato n. 79). Oggi, nelle dichiarazioni finali, hanno annunciato voto contrario i sen. Magni (Misto-AVS), Barbara Guidolin (M5S) e Manca (PD): il Governo non si è confrontato con le parti sociali sulle misure in tema di lavoro e ha varato un provvedimento basato sul pregiudizio che i percettori del reddito di cittadinanza siano dei fannulloni; il ddl, che sostituisce una misura universalistica con una misura discriminante che divide i poveri in categorie fondate sull'età, non affronta i problemi della povertà e della perdita di potere d'acquisto dei salari, aumenta la precarietà allargando le maglie dei contratti a termine, estendendo i voucher, introducendo la contrattazione one-to-one, costringendo i percettori di assegno ad accettare qualsiasi offerta di lavoro.

Hanno dichiarato l'astensione: la sen. Musolino (Aut), secondo la quale le luci del provvedimento (superamento degli abusi e degli aspetti distorsivi del reddito di cittadinanza, taglio del cuneo fiscale, proroga del lavoro per i fragili, salvaguardia delle autonomie speciali) non superino le ombre (la mancata previsione di un salario minimo e di misure di stabilizzazione dell'occupazione). La sen. Sbrollini (A-IV) ha condiviso la sostituzione del reddito di cittadinanza con l'assegno di inclusione e il reddito di avviamento al lavoro e ha apprezzato l'estensione dell'assegno di inclusione alle donne vittime di violenza; ha però sollevato dubbi sull'effettivo funzionamento delle politiche attive, sul carattere temporaneo della riduzione del cuneo fiscale, sul rischio che i maggiori i fondi destinati alla sicurezza del lavoro siano finanziati con il fondo sociale per l'occupazione.

Hanno dichiarato voto favorevole i sen. Guidi (Cd'I), Paroli (FI-BP), Elena Murelli (LSP) e Zaffini (FdI): il reddito di cittadinanza non ha coniugato il contrasto alla povertà con le politiche attive del lavoro, ha generato abusi e ha finito per disincentivare il lavoro; il decreto corregge questi effetti distorsivi e riafferma il valore del lavoro quale fondamento della cittadinanza, introducendo una misura di sostegno contro la povertà (per la quale sono stanziati 5,5 miliardi, il doppio della dotazione del precedente assegno) e investendo sulla formazione e sull'attivazione al lavoro delle persone di età compresa fra 18 e 59 anni. Il provvedimento è stato oggetto di confronto con le parti sociali e di un lungo confronto in Commissione; vi è attenzione ai redditi medio bassi (4 miliardi per il taglio del cuneo fiscale, ovvero 100 euro mensili in più per i redditi fino a 25.000 euro); vi è attenzione alla sicurezza del lavoro e vi è attenzione al reinserimento nel mondo del lavoro; si prevedono incentivi per le assunzioni giovanili, viene reso più fruibile il contratto a termine che è prolungato fino a 24 mesi per ragioni tecniche e produttive; sono semplificati gli obblighi di informazione del datore di lavoro; è prorogato il lavoro agile per i lavoratori fragili e si prevedono iniziative di welfare aziendale.

(La seduta è terminata alle ore 12:08 )

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