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Minerva Web
Rivista online della Biblioteca "Giovanni Spadolini"
A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
Venti anni di apertura al pubblico della Biblioteca del Senato
n. 72 (Nuova Serie), maggio 2023

Speciale: Venti anni di apertura al pubblico della Biblioteca del Senato

Vent'anni di donazioni alla Biblioteca del Senato: «ad "uomini vedenti" che sanno leggere»

Proseguiamo la riflessione su come la biblioteca si è evoluta nei venti anni di apertura al pubblico, che cadono il prossimo 19 giugno. Dopo la visione d'insieme sui servizi al pubblico, non poteva mancare un approfondimento sullo sviluppo delle collezioni, cui proprio il trasferimento della biblioteca a Palazzo della Minerva ha dato nuovo impulso. Non si è trattato, infatti, solo di riorganizzare gli spazi dei magazzini librari, ma anche di ripensare la fisionomia delle raccolte e le connesse modalità di fruizione, pur nel rispetto del profilo disciplinare consolidato nel tempo.

Già in fase di preparazione al trasloco, furono riprogettate - ampliandole e diversificandole rispetto alla sala di consultazione generale per gli studiosi che avevano accesso alla sede storica di Palazzo Madama - le sale di lettura a scaffale aperto (sala giuridica, sale di storia, scienze politiche, storia del diritto) anche sviluppando nuove tematiche: è il caso della collezione di Giornalismo e Media, allestita a corredo della cospicua raccolta di giornali, che sarebbe poi diventata Emeroteca di riferimento per l'intero Polo bibliotecario parlamentare.

Appunto il progetto di integrazione funzionale del Polo bibliotecario, che ha avuto tra i primi obiettivi l'integrazione dei cataloghi online, il coordinamento delle acquisizioni e la riorganizzazione delle sale di consultazione (MW 2007-9), è poi approdato all'adozione di una «carta delle collezioni comune che individua, materia per materia, la responsabilità di ciascuna biblioteca nell'aggiornamento delle collezioni» stesse (MW 2015-28).

La maggiore visibilità derivante alla biblioteca da tutte queste azioni, rivolte a un pubblico sempre più ampio, ha stimolato l'interesse di studiosi e personalità del mondo della politica e della ricerca, che hanno proposto in dono le proprie biblioteche personali. L'operazione non era in sé nuova: fin dal Senato del Regno la biblioteca si era arricchita di fondi speciali, sia accorpando singoli acquisti sul mercato antiquario (come per le raccolte degli statuti e della legislazione degli Stati preunitari), sia accogliendo doni librari; così erano stati acquisiti a inizio Novecento il fondo Antonio Marinuzzi di antico diritto siciliano, i lasciti di Alessandro D'Ancona e di Alessandro Chiappelli, la raccolta dalmata di Antonio Cippico e Arnolfo Bacotich, cui a fine secolo si erano aggiunti il fondo di opere di diritto comune e canonico appartenute a Filippo Vassalli (padre del senatore Giuliano Vassalli) e la biblioteca personale dell'ex Presidente del Senato Amintore Fanfani. Nuovo era, invece, il dinamismo degli apporti più recenti, non solo per il considerevole aumento numerico delle donazioni in un arco di anni relativamente breve, ma anche per la fisionomia dei fondi, sempre più connotati come biblioteche personali, portatrici degli interessi e della visione dei personaggi che le hanno formate, comunque in dialogo costruttivo con i libri che la Biblioteca del Senato aveva già e continua ad acquistare. A questo 'dialogo' tra i libri e le persone (che li creano, possiedono, leggono, assimilano, conservano, trasmettono) dedichiamo lo "Speciale" di maggio.

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1. Una 'casa' per i libri

2. Librerie personali e collezioni bibliotecarie: occasioni e opportunità

3. Il fondo Ennio Cortese

4. Tra storia e politica: biblioteche di studio (Zaslavsky, D'Onofrio)

5. Il fondo Giovanni Sartori

6. Un anno intenso: i fondi Sircana, Signorino, Bonito, Petronio

7. Dal 2018 a oggi: i fondi Bartolomei, Villari, Aliprandi-Rodriguez, De Ioanna

8. Il fondo Sergio Zavoli

9. Riferimenti e approfondimenti bibliografici

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1. Una 'casa' per i libri

Era l'estate del 2014 quando un uomo anziano e distinto varcava il portone della Biblioteca del Senato su Piazza della Minerva accompagnato da un'elegante signora.

Quell'uomo portava in mano un librettino da offrire a tre funzionarie della biblioteca di 50 anni più giovani di lui. Avrà pensato, forse non mi conoscono, devo avere un biglietto da visita adeguato per fare la mia proposta. Quell'uomo era Giovanni Sartori (nella foto, insieme a Sergio Zavoli) e il librettino era la bibliografia dei suoi scritti di scienza politica. Cercava una casa per i suoi libri, migliaia di libri.

La Biblioteca del Senato ha una lunga storia di fondi ricevuti in dono, alcuni dei quali, molto risalenti nel tempo, hanno contribuito in maniera determinante a plasmarne la fisionomia. Negli ultimi 20 anni, dopo l'apertura al pubblico, questa storia si è arricchita di nomi autorevoli e di libri preziosi. Anzi, forse bisognerebbe dire 'grazie' all'apertura al pubblico, che certamente ha offerto a queste donazioni la prospettiva di essere non solo conservate e lette da pochi occhi, ma di essere fruite in maniera ampia, da studiosi, studenti, cittadini.

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2. Librerie personali e collezioni bibliotecarie: occasioni e opportunità

Se per i donatori la Biblioteca del Senato costituisce una prospettiva, per la biblioteca i fondi privati sono senza dubbio un'opportunità. Rispetto all'ordinario sviluppo delle raccolte che segue delle direttrici disciplinari ben individuate nella Carta delle collezioni del Polo bibliotecario parlamentare, i fondi personali sono quello che non ci si aspetta di trovare, quello che forse non sarebbe stato acquistato, quello 'non in linea'. Sono un'increspatura, quando non un'onda anomala, nella coerenza delle collezioni. E il motivo è chiaro. Esse sono il portato di persone a tutto tondo, che generalmente tendiamo ad appiattire sulla disciplina che le ha viste eccellere, ma la cui formazione è sempre più vasta di quanto possiamo mai immaginare. I volumi sono istantanee della loro giovinezza, del loro percorso, degli interessi diversificati che componendosi hanno creato il personaggio così come lo conosciamo. Nei fondi ci sono quindi, immancabilmente, volumi che non 'rientrano' nella fisionomia delle collezioni, ma escono, spaziano, arricchiscono.

Non tutte le donazioni si realizzano nelle medesime condizioni ideali del Fondo Sartori, o del Fondo Cortese moderno, di cui pure diremo. Non tutte entrano dal portone della biblioteca accompagnate da chi le conosce per averle create nel tempo. Donazioni in cui il titolare è in vita, ne sceglie la destinazione, vede passare i volumi dal disordine creativo a cui solo lui aveva accesso, a un ordinamento nuovo che in quel disordine può trovare, proprio grazie all'interlocuzione con il proprietario, una chiave non estranea, non astratta. Situazioni ideali in cui il proprietario usa ancora la sua biblioteca dopo l'ordinamento, una biblioteca vecchia e nuova insieme. Come Ennio Cortese, che, fino a una decina di anni fa, potevamo trovare seduto fra i suoi libri nella Sala di storia del diritto e che ha continuato ad aggiornarla per anni. Negli ultimi 20 anni sono giunti in questo modo il Fondo Cortese moderno, il Fondo D'Onofrio, il Fondo Sartori e, mutatis mutandis, anche il Fondo Aliprandi-Rodriguez.

La maggior parte dei fondi personali giungono in Senato per la generosità degli eredi che individuano nella Biblioteca del Senato una collocazione che rende onore alla memoria del personaggio a cui sono intitolati e dà loro una nuova vita, quella degli utenti che giorno dopo giorno frequentano i nostri spazi di studio. Per riordinare queste collezioni e metterle a disposizione del pubblico non si può ascoltare il proprietario ma bisogna ascoltare i libri, cercare le linee di coerenza interne alla raccolta, fare appello alle buone prassi biblioteconomiche e creare una sorta di biblioteca ideale. È la storia dei Fondi Zaslavsky, Signorino, Bonito, Sircana, Petronio, Villari, Bartolomei, De Ioanna, fino ad arrivare all'ultima importante donazione, quella della biblioteca di Sergio Zavoli, in corso di ordinamento.

Della quasi totalità di queste acquisizioni, la biblioteca ha dato notizia dalle 'pagine' di "MinervaWeb", che costituisce una fonte insostituibile della storia della biblioteca degli ultimi 20 anni. Nel caso delle donazioni sono spesso articoli coevi che ben fotografano il significato di un'acquisizione in un particolare momento della vita della biblioteca. La galleria che segue ripercorre e integra il filo rosso delle donazioni dei fondi privati nei fascicoli storici della rivista online.

A giugno del 2003 la biblioteca apre le porte della sua nuova sede a palazzo della Minerva a un'utenza rinnovata e ampliata. La distribuzione delle collezioni è stata interamente rivista, con ampie sale di consultazione a scaffale aperto che offrono la bibliografia di riferimento nelle sue discipline di specializzazione. Ma «the library is a growing organism», come recita una delle cinque leggi della biblioteconomia. Quella sistemazione iniziale sarebbe stata rivista innumerevoli volte negli anni successivi, spesso per fare spazio proprio a importanti donazioni, fondi personali che sono diventati il cuore di sale prima ben fornite ma anonime, e poi ricche e con una personalità, una fonte di ispirazione per chi vi studia.

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3. Il fondo Ennio Cortese

La Sala di Scienze politiche, nel 2003 collocata al primo piano, già pochi anni dopo si sposta e lascia spazio a un microcosmo di storia del diritto intitolato a Ennio Cortese. A settembre del 2005 "MinervaWeb" dà infatti l'annuncio che «è stata acquisita la biblioteca privata antica di Ennio Cortese, professore emerito di storia del diritto. Si tratta di una delle più importanti accessioni della Biblioteca del Senato, paragonabile a quella del primo nucleo del Fondo degli statuti (1870)» (MW 2005-2). L'acquisto della parte antica della biblioteca privata di Ennio Cortese, composta di circa mille edizioni dal XV al XIX secolo, raccolte nell'ambito di un preciso disegno scientifico di recupero retrospettivo delle fonti del c.d. diritto comune, fu prodromico all'importante donazione che Ennio Cortese stesso avrebbe fatto qualche anno più tardi, nel 2009:

è entrata a far parte delle raccolte del Senato la biblioteca moderna di Ennio Cortese, oltre cinquemila opere correnti di dottrina e storiografia giuridica […]. La decisione di Ennio Cortese di destinare al Senato la propria biblioteca di lavoro, costruita a supporto della sua attività didattica e scientifica durante i lunghi anni della sua straordinaria carriera universitaria, ha costituito un vero e proprio momento di svolta nella identità disciplinare della Biblioteca, che ora dispone di un quadro organico e pressoché completo di fonti di diritto comune e di relativa letteratura, e si pone come luogo di riferimento fondamentale per la storia del diritto italiano.

(MW 2010-27)

Nel tempo la biblioteca ha confermato il suo ruolo di istituzione di riferimento per la storia del diritto, con importanti iniziative di cui l'ultima in ordine di tempo è la collana "Biblioteca di storia del diritto", una serie di volumi realizzati esclusivamente in formato elettronico, che intende recuperare e mettere gratuitamente a disposizione degli studiosi edizioni ormai introvabili di pietre miliari della storia del diritto italiano, collana inaugurata proprio da La norma giuridica di Ennio Cortese (vol. 1 e 2).

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4. Tra storia e politica: biblioteche di studio

È del 2011 la donazione di altri due fondi significativi nella storia dello sviluppo delle raccolte della Biblioteca del Senato, il Fondo Victor Zaslavsky e il piccolo Fondo Francesco D'Onofrio. Il primo, donato dalla vedova, la storica Elena Aga Rossi, comprende una parte della biblioteca di studio dello storico e accademico russo Victor Zaslavsky (1937-2009). Di quella raccolta il Senato ha acquisito circa 1.600 tra volumi e opuscoli, di cui una gran parte in lingua russa, che coprono in maniera pressoché esaustiva il segmento disciplinare della storia e della storia politica dell'Europa orientale, con particolare riferimento ai rapporti tra Italia e Unione Sovietica.

Il senatore Francesco D'Onofrio, avvocato e professore di diritto pubblico, ha donato una significativa selezione di edizioni in lingua inglese degli anni Sessanta e Settanta, riguardanti il diritto, la politica e la storia, con particolare riferimento alla storia delle istituzioni, di area anglosassone. Presenti anche alcune rare edizioni degli anni Trenta e Quaranta. Il fondo donato alla biblioteca è rappresentativo del periodo di formazione americana del senatore, che ha svolto parte della sua formazione universitaria presso l'Università di Harvard ottenendovi il Master of Law nel 1965, sotto la direzione di Henry Kissinger (MW 2012-9).

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5. Il fondo Giovanni Sartori

Siamo arrivati al 2015, l'anno in cui si concretizza la donazione Sartori. Dallo studio newyorkese, da Firenze e dalla casa romana del professore confluiscono in biblioteca circa 5.000 volumi e diverse migliaia di opuscoli e carte, un arricchimento inestimabile

per quanto concerne la bibliografia retrospettiva nel settore delle scienze sociali e la scienza politica americana. Essa fornisce anche un più ricco inquadramento teorico delle discipline politologiche. La collezione rispecchia perfettamente l'itinerario intellettuale e accademico di Sartori, dagli esordi filosofici, alle riflessioni metodologiche, all'impostazione comparativistica, alla ricchissima produzione editoriale personale.

(MW 2014-24)

La particolare importanza della donazione Sartori per la Biblioteca del Senato risiede anche nel rapporto particolare che legava Sartori a Giovanni Spadolini, che il politologo considerava «una sorta di fratello gemello» (ibid.). Giovanni Sartori, Albert Schweitzer Professor Emeritus in the Humanities alla Columbia University e Professore emerito dell'Università di Firenze, è considerato uno dei politologi più illustri sul piano internazionale e oramai universalmente riconosciuto come un classico della teoria democratica.

Tornando alla continua evoluzione dell'offerta bibliografica al pubblico, la Sala Sartori si è inserita, anche fisicamente, come il cuore del percorso a scaffale aperto che la Biblioteca del Senato ha dedicato alla scienza politica (MW 2016-33).

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6. Un anno intenso: i fondi Sircana, Signorino, Bonito, Petronio

Il 2016 è stato un anno molto intenso per le donazioni. Piccoli fondi che hanno arricchito le collezioni in diversi settori disciplinari: l'economista Franco Sircana, manager pubblico delle partecipazioni statali al centro studi dell'Istituto per la Ricostruzione Industriale (IRI), ha conferito un fondo costituito principalmente da testi di storia, economia, storia politica ed economica; Mario Signorino [in foto] senatore dell'XI legislatura, assistente presso la cattedra di Storia moderna di Rosario Romeo all'Università di Roma, vicedirettore della rivista "L'astrolabio" (ideata da Ernesto Rossi e Ferruccio Parri e oggi digitalizzata proprio dalla Biblioteca del Senato), direttore della seconda serie di "Prova radicale", rivista mensile del Partito radicale, fondatore dell'associazione Amici della Terra, una delle prime iniziative ecologiste internazionali in Italia, aderente all'organizzazione Friends of the Earth, primo presidente dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente (MW 2017-37), ha arricchito le collezioni della Biblioteca del Senato con volumi rappresentativi dei suoi vasti interessi di storia contemporanea; Antonio Blasco Bonito, pioniere informatico italiano, padre del dominio italiano '.it', ha donato alla biblioteca i libri del padre Savino, anch'egli esponente del mondo dell'informazione come giornalista: una raccolta di volumi afferenti alle discipline sociologiche e politologiche, ma ricca anche di letteratura e di preziose prime edizioni degli anni Venti e Trenta.

Abbiamo parlato dei fondi in dono come di increspature, quando non onde anomale, nella normale corrente dello sviluppo delle collezioni. Il Fondo Giuseppe Petronio, anch'esso giunto nel 2016, è stato sicuramente un'onda anomala. 15.000 tra volumi e opuscoli che spaziano dalle fonti della letteratura italiana dalle origini al Novecento, alla critica letteraria, alle letterature straniere, alla letteratura greca e latina, alla letteratura contemporanea, e poi storia, filosofia, politica, estetica, arti dello spettacolo. Raffinato critico letterario con la vocazione per l'insegnamento, Petronio maturò

il concetto fondamentale di "sistema letterario", dimostrando come l'attività letteraria di ciascuna epoca è un fenomeno stratificato e complesso che ha rapporti con tutte le forme di espressione coeve; di qui l'inclusione nella storia letteraria non solo del prodotto delle classi egemoni, ma anche la produzione letteraria borghese e popolare (e qui si colloca il suo interesse e il suo studio del romanzo giudiziario, il giallo e della letteratura di massa).

(MW 2016-35).

Petronio ha fatto riemergere un'anima antica della Biblioteca del Senato, che, vogliamo ricordare, nasce come biblioteca generalista, con una forte componente storico-letteraria in linea con la formazione culturale di molti senatori del Regno.

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7. Dal 2018 a oggi: i fondi Bartolomei, Villari, Aliprandi-Rodriguez, De Ioanna

Più in linea con le attuali direttrici di sviluppo delle raccolte sono le due donazioni del 2018, il Fondo Bartolomei e il Fondo Rosario Villari.

Giuseppe Bartolomei [in foto], senatore per cinque legislature tra gli anni Sessanta e Ottanta, ministro, ha lasciato al Senato una raccolta, ricchissima di periodici italiani e francesi (ben 165 testate), che rispecchia i temi che ebbero maggiore importanza nella sua attività parlamentare e di governo: le scienze politiche, sia nella loro articolazione teorica che storica, con particolare riferimento alla politica italiana, al ruolo dei cattolici in politica e allo sviluppo della Democrazia Cristiana. Connesso a questo tema è quello del laicismo e, in generale, dei rapporti tra politica e religione. Altri filoni sono l'economia e la finanza, con particolare attenzione al mondo delle banche e dell'industria e il rapporto tra economia, società e ambiente, la sociologia del lavoro, l'associazionismo (MW 2019-51).

Il precipitato degli interessi accademici di Rosario Villari, docente di storia nelle università di Roma, Messina e Firenze, accademico dei Lincei, deputato nella VII legislatura, è una biblioteca personale che si è innestata su uno dei segmenti disciplinari di maggior interesse per la Biblioteca del Senato, ovvero la storia moderna e contemporanea, con particolare riferimento alla storia del Meridione. La raccolta ha integrato la già ricchissima bibliografia della biblioteca sul periodo, rafforzando il suo ruolo di istituzione di riferimento per lo studio della storia moderna italiana.

Nel marzo del 2020, in piena pandemia da COVID-19, l'Accademia "Giuseppe Aliprandi - Flaviano Rodriguez" di Firenze, storica istituzione italiana nata negli anni Venti per l'insegnamento professionale delle tecniche di trasposizione del linguaggio parlato in testo scritto, ha formalizzato la proposta di donazione al Senato della propria biblioteca specialistica. La scelta di destinare la raccolta al Senato della Repubblica è stata intrapresa in considerazione dell'importanza che queste materie hanno avuto nella storia del Senato, che ha rappresentato e rappresenta un'eccellenza nell'applicazione di queste tecniche e ha contribuito alla loro evoluzione tecnologica. La raccolta offre anche un interessante spaccato di storia sociale, a partire dagli anni Venti del secolo scorso, in particolare dello sviluppo della professionalità delle donne, destinate a eccellere in queste tecniche. Non diremo oltre su questo fondo, ancora in corso di ordinamento, per il quale si rinvia all'articolo specifico in questo stesso numero di "MinervaWeb".

È del 2021 la donazione del Fondo Paolo De Ioanna, funzionario pubblico che ha legato una parte importante della sua vita professionale al Senato in qualità di consigliere parlamentare, ricoprendo anche le funzioni di direttore della biblioteca (dal 2000 al 2001). Il patrimonio librario donato rispecchia i suoi interessi personali, annoverando testi di diritto costituzionale, amministrativo e tributario, testi che trattano del funzionamento delle istituzioni comunitarie, nazionali e locali, degli organi giudiziari e degli organi amministrativi, numerosi titoli sul tema della finanza pubblica, con particolare riferimento alla contabilità di stato e degli enti locali, nonché alle questioni del controllo della spesa e della gestione del debito pubblico; e così pure la politica economica e la storia economica italiana e di altri paesi. Molte sono anche le opere che trattano la teoria economica e questioni generali di storia economica (MW 2022-69).

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8. Il fondo Sergio Zavoli

Siamo giunti alla fine di questo lungo viaggio attraverso i fondi personali donati alla biblioteca nell'ultimo ventennio. Abbiamo preso le mosse dal ricordo di Giovanni Sartori e ci piace chiudere con un'altra figura fondamentale per la storia della Biblioteca del Senato, il presidente Sergio Zavoli, scomparso nel 2020. La sua biblioteca personale, giunta in dono nel 2022 (MW 2022-69b), è in corso di ordinamento e, in occasione del centenario della sua nascita, a settembre del 2023, sarà inaugurato uno spazio ad essa dedicato nel posto in cui essa va ad inserirsi quasi naturalmente, ovvero nel cuore della Sala di giornalismo.

La collezione è rappresentativa dei vastissimi interessi di Zavoli: dai media (radio, televisione, carta stampata), alla storia politica, sociale e culturale italiana, in particolare la storia del socialismo, del fascismo, del terrorismo e la storia industriale italiana, la storia del territorio romagnolo. La narrazione storica è affidata soprattutto ai grandi divulgatori della storia italiana, quale fu lo stesso Zavoli. Il nucleo centrale del Fondo Zavoli è costituito dai titoli delle più note firme del giornalismo e del giornalismo d'inchiesta italiane, in esemplari in massima parte con dedica. Presenti numerose letture sociologiche dell'Italia contemporanea. Un numero significativo di testi riguarda gli sport, in primis il ciclismo, ma anche il calcio e il tennis, intesi come aspetto fondamentale della società italiana e parte fondamentale della storia del costume, e il giornalismo sportivo. La Biblioteca del Senato non può non ricordare l'iniziativa di Sergio Zavoli del 2016 su Federico Fellini: un convegno, una mostra e uno splendido volume, Il Casanova di Fellini (MW 2017-37b). Il cinema costituisce infatti uno dei temi centrali del Fondo Zavoli, la sua storia, i festival, i protagonisti, fra i quali domina, appunto, Federico Fellini. C'è poi l'importante spazio della letteratura e, soprattutto, della poesia, spazio dove risiede lo Zavoli meno noto, ma non meno autorevole, lo Zavoli poeta.

Facciamo appello a Giovanni Sartori per chiudere con un augurio questa galleria di personaggi e di donazioni, confidando che queste collezioni, riordinate e messe a disposizione dalla Biblioteca del Senato, possano essere utili e di ispirazione per la generazione di utenti attuale e per quelle future: «davvero grazie per aver accolto la mia biblioteca. Spero che serva ad "uomini vedenti" che sanno leggere» (Sartori 2018).

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9. Riferimenti e approfondimenti bibliografici

Per maggiori dettagli rinviamo alle pagine web della biblioteca e a "MinervaWeb", specialmente alla rubrica "Dentro il catalogo" consultabile attraverso il comodo Indice generale per rubrica.

Riportiamo qui di seguito i riferimenti bibliografici dei soli contributi che abbiamo richiamato in questo articolo, in ordine cronologico, sciogliendone le sigle utilizzate per brevità all'interno del testo.

MW 2005-2 = Acquisito il Fondo Cortese, "MinervaWeb", 2005, n. 2.

MW 2007-9 = L'integrazione funzionale con la Biblioteca della Camera, "MinervaWeb", 2007, n. 9.

MW 2010-27 = Il fondo Ennio Cortese nelle nuove sale di storia del diritto, "MinervaWeb", 2010, n. 27.

MW 2012-9 = Acquisizione del Fondo D'Onofrio, "MinervaWeb", 2012, n. 9 (n.s.).

MW 2014-24 = "Spadolini... una sorta di fratello gemello". I libri di Giovanni Sartori donati alla Biblioteca del Senato, "MinervaWeb", 2014, n. 24 (n.s.).

MW 2015-28 = Nuove accessioni del Polo bibliotecario parlamentare, "MinervaWeb", 2015, n. 28 (n.s.).

MW 2016-33 = Giovanni Sartori e i suoi libri. La Biblioteca del Senato inaugura la Sala Sartori, 12 maggio 2016, "MinervaWeb", 2016, n. 33 (n.s.).

MW 2016-35 = La biblioteca di Giuseppe Petronio donata al Senato, "MinervaWeb", 2016, n. 35 (n.s.).

MW 2017-37 = "Ecologia è buongoverno". La Biblioteca del Senato acquisisce il Fondo Mario Signorino, "MinervaWeb", 2017, n. 37 (n.s.).

MW 2017-37b = Il "Casanova" di Fellini, ieri e oggi (1976-2016), "MinervaWeb", 2017, n. 37 (n.s.).

Sartori 2018 = Giovanni Sartori, Note biografiche e bibliografia. Roma, Biblioteca del Senato "Giovanni Spadolini", [2018].

MW 2019-51 = Disponibile in Biblioteca il fondo Giuseppe Bartolomei, "MinervaWeb", 2019, n. 51 (n.s.).

MW 2022-69 = Il fondo Paolo De Ioanna alla Biblioteca del Senato, "MinervaWeb", 2022, n. 69 (n.s.).

MW 2022-69b = "Ricordando Sergio Zavoli", "MinervaWeb", 2022, n. 69 (n.s.).

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