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Assemblea - XIX Legislatura

ORDINE DEL GIORNO

Giovedì 16 maggio 2024

alle ore 8,30

190a Seduta Pubblica

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ORDINE DEL GIORNO

I. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 29 marzo 2024, n. 39, recante misure urgenti in materia di agevolazioni fiscali di cui agli articoli 119 e 119-ter del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, altre misure urgenti in materia fiscale e connesse a eventi eccezionali, nonché relative all'amministrazione finanziaria - Relatore SALVITTI (1092)

II. Interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento(testi allegati) (alle ore 15)



INTERROGAZIONE SULLA CARENZA DI STRUTTURE E SERVIZI DEDICATI ALLE DONNE CON DISABILITÀ

(3-01138) (15 maggio 2024)

BIANCOFIORE, GUIDI - Al Ministro per le disabilità - Premesso che:

in data 13 dicembre 2006, l'Assemblea generale delle Nazioni Uniti ha approvato la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità (di seguito, "Convenzione Onu"), costituendo un documento programmatico e orientato al riconoscimento, l'introduzione e il mantenimento dei diritti delle persone con disabilità, che muove la legge delega in materia di disabilità (legge n. 227 del 2021), il cui ultimo decreto attuativo è stato approvato in Consiglio dei ministri in data 15 aprile 2024;

la Convenzione ONU ha dedicato un apposito articolo, il n. 6, alle donne con disabilità, riconoscendo l'incidenza di "discriminazioni multiple", a causa del loro genere e della loro condizione di disabilità, e che, pertanto, è necessario adottare "misure per garantire il loro pieno ed eguale godimento di tutti i diritti umani e le libertà fondamentali";

la Convenzione ONU ha dedicato un apposito articolo, il n. 9, all'accessibilità, impegnando gli Stati parti a ideare, progettare o riprogettare, misure adeguate a garantire l'accesso ad ambienti fisici, trasporti, di informazione o di comunicazione;

i dati e gli studi esposti in sede di riunione straordinaria del 24 novembre 2023 dell'Osservatorio nazionale sulle condizioni delle persone con disabilità in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne mostrano, su base statistica e su quella delle esperienze raccolte dagli enti di settore interpellati, una carenza di strutture e servizi sanitari e, specificatamente, ginecologici e ostetrici, accessibili alle donne con disabilità, ingenerando de facto discriminazione sul piano dei diritti della sfera sessuale e riproduttiva e la non garanzia di autonomia delle suddette,

si chiede di sapere quali ulteriori azioni, anche in coordinamento con il Ministero della salute, si intenda intraprendere e porre in essere, al fine di garantire una distribuzione più omogenea di strutture e servizi accessibili, accoglienti e coerenti con le esigenze fisiche e psicologiche delle donne con diverse disabilità.


INTERROGAZIONE SULLA GARANZIA DI UNIFORMITÀ NELL'EROGAZIONE DI CONTRIBUTI E SUPPORTI PER PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI

(3-01140) (15 maggio 2024)

MUSOLINO, BORGHI Enrico, PAITA, FREGOLENT, SCALFAROTTO, SBROLLINI - Al Ministro per le disabilità - Premesso che:

la legge 30 dicembre 2021, n. 234, all'articolo 1, commi 159-171, ha qualificato l'offerta integrata sociosanitaria territoriale, delineando le azioni legate all'attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali (LEPS) e la costituzione di sistemi di servizi integrati presso le case della comunità previste dal PNRR in cui il servizio sanitario nazionale e gli ATS (ambiti territoriali sociali) garantiscono, alle persone in condizioni di non autosufficienza, mediante le risorse umane e strumentali di rispettiva competenza, l'accesso ai servizi sociali e ai servizi sociosanitari attraverso punti unici di accesso (PUA);

inoltre, ha previsto alcune disposizioni specifiche sui servizi socioassistenziali volti a promuovere "la continuità e la qualità di vita a domicilio e nel contesto sociale di appartenenza delle persone anziane non autosufficienti", stabilendo le aree di intervento da parte degli ATS (comma 162);

con riferimento alle aree di intervento, le norme stabiliscono la possibilità per gli ATS di integrare l'offerta dei servizi e degli interventi con contributi monetari, precisando che essi sono utilizzabili esclusivamente per remunerare il lavoro di cura svolto da operatori titolari di rapporto di lavoro conforme ai contratti collettivi nazionali di settore, o per l'acquisto di servizi forniti da imprese qualificate nel settore dell'assistenza sociale non residenziale (comma 164). Nessuna disposizione analoga è prevista per gli under 65;

con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 ottobre 2022 è stato approvato il piano nazionale per la non autosufficienza (PNNA) 2022-2024 ed è stato disposto il riparto del fondo per le non autosufficienze per il corrispondente triennio;

le risorse complessivamente afferenti al fondo per le non autosufficienze, nel triennio 2022-2024 sono pari a 822 milioni di euro nel 2022, 865,3 nel 2023 e 913,6 nel 2024;

in ossequio alle disposizioni della legge n. 234, il PNNA ha definito i LEPS, indicando le risorse del fondo per le non autosufficienze previste per il loro finanziamento le quali, nel triennio 2022-2024, sono progressivamente aumentate;

a fronte di tale incremento degli stanziamenti, il piano demanda alle Regioni il compito di individuare la quota percentuale di risorse da destinare alla realizzazione dei servizi di attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali, per l'anno 2022; per gli anni successivi tale quota deve essere incrementata del 10 per cento nel 2023 e del 20 per cento nel 2024;

il piano precisa altresì che, nelle more del suo perfezionamento e dei conseguenti trasferimenti di risorse di cui al fondo, "le regioni interessate potranno continuare a garantire con risorse proprie gli interventi anche di natura monetaria, alle persone con gravissima disabilità", ciò al fine di "scongiurare l'eventualità di una interruzione nella erogazione delle prestazioni nei confronti di beneficiati in situazione di fragilità e bisogno";

contrariamente a quest'ultima previsione, richiamando nella propria delibera il comma 164 citato (che, come evidenziato, è riferito esclusivamente alle persone over 65), la Regione Lombardia ha interpretato le indicazioni del piano disponendo, già a partire da giugno 2024, una consistente riduzione (fino al 50 per cento) dei sussidi monetari mensili corrisposti alle persone con disabilità grave o gravissima e ai loro caregiver familiari: una misura che riguarda oltre 7.000 famiglie e che pregiudica fortemente le prospettive di assistenza, peraltro allo stato non controbilanciate dal rapido approntamento di servizi di assistenza diretta;

è indispensabile assicurare continuità, concretezza, efficacia e libertà ai servizi di assistenza e di cura, senza pregiudicare l'autonomia delle persone interessate e scongiurando ogni possibile soluzione di continuità nella garanzia degli stessi,

si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare per scongiurare la riduzione dei contributi monetari per le persone con disabilità grave o gravissima e per i loro caregiver familiari, attualmente erogati da alcune Regioni con le risorse del fondo per le non autosufficenze, al fine di garantire piena continuità dell'assistenza nei confronti dei beneficiari in situazione di bisogno e se non ritenga utile chiarire che i vincoli indicati dal comma 164 dell'articolo 1 della legge n. 234 sono riferibili esclusivamente alle persone non autosufficienti over 65 e che, a fronte del progressivo aumento delle risorse collegate all'attuazione del piano, il percorso di potenziamento dei servizi diretti in materia di livelli essenziali delle prestazioni sociali non deve pregiudicare, per gli interessati, gli importi monetari attualmente previsti che, tra l'altro, a fronte di servizi carenti, consentono ai beneficiari la facoltà di scegliere, in piena autonomia e libertà, le persone da deputare alla propria assistenza, anche in ragione del carattere intimo e personalissimo che quest'ultima assume.


INTERROGAZIONE SULLO STATO DEI LAVORI DEL TAVOLO TECNICO SUI CAREGIVER FAMILIARI

(3-01137) (15 maggio 2024)

GASPARRI, DAMIANI, DE ROSA, FAZZONE, GALLIANI, LOTITO, OCCHIUTO, PAROLI, RONZULLI, ROSSO, SILVESTRO, TERNULLO, ZANETTIN - Al Ministro per le disabilità - Premesso che:

diversi sono i temi che interessano le disabilità e, in particolare, il tavolo ministeriale sui caregiver familiari sta lavorando per l'elaborazione di un testo normativo nazionale (dopo che le Regioni, negli anni, hanno già adottato le disposizioni relative ai propri territori) che individui le misure che si intende assumere per agevolare, anche da un punto di vista burocratico, i familiari che assistono un soggetto fragile, uniformare le forme di tutela e di assistenza sul territorio nazionale;

un tema "pratico", sentito nella vita di tutti i giorni, è quello del nomenclatore tariffario per gli ausili per disabili, che non appare aggiornato alle esigenze attuali delle diverse disabilità, alcune nemmeno riconosciute, e tutto il sistema appare obsoleto e persino farraginoso. Da un lato non c'è un quadro completo di tutti gli ausili necessari, viste le varie patologie, dall'altro è necessario semplificare la procedura delle prescrizioni degli ausili ricorrenti: ad esempio, una persona che permanentemente fa uso di catetere, ogni anno deve rinnovare la prescrizione dallo specialista, per fare questo deve recarsi dal proprio medico, farsi prescrivere una visita specialistica, prendere appuntamento dallo specialista, effettuare la visita, portare la prescrizione al distretto;

altro tema è quello delle "buone pratiche", posto che in materia di assistenza alle persone con disabilità c'è una grande frammentazione, su tutti i livelli. Dalla norma, buona a livello nazionale, spesso non discende un'applicazione uniforme nelle regioni e nei comuni. Al di là del problema dei livelli di assistenza, sarebbe necessario individuare puntualmente le buone pratiche, spesso frutto del lavoro del volontariato, per omogeneizzare il sistema,

si chiede di sapere:

quale sia lo stato dei lavori del tavolo tecnico sui caregiver familiari;

se il Ministro in indirizzo, per la parte di propria competenza, sia a conoscenza di quali iniziative verranno assunte per aggiornare il nomenclatore e quali per semplificare le procedure, magari prevedendo la semplice prescrizione del medico curante;

per quanto riguarda le buone pratiche, oltre alle misure contenute nel decreto legislativo n. 62 del 2024, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 14 maggio 2024, e all'individuazione dell'INPS come unico soggetto gestore, se siano in gestazione o attuazione ulteriori proposte o azioni tese ad omogeneizzare e uniformare l'intero sistema.


INTERROGAZIONE SULL'ATTUAZIONE DELLA RECENTE NORMATIVA IN TEMA DI ACCERTAMENTO E PRESA IN CARICO DELLE DISABILITÀ

(3-01143) (15 maggio 2024)

ZAMBITO, BOCCIA, ZAMPA, CAMUSSO, FURLAN - Al Ministro per le disabilità - Premesso che:

in attuazione della legge 22 dicembre 2021, n. 227, recante delega al Governo in materia di disabilità, sono stati adottati tre decreti legislativi per la "revisione e il riordino delle disposizioni vigenti in materia di disabilità";

si tratta del decreto legislativo 13 dicembre 2023, n. 222, recante disposizioni in materia di riqualificazione dei servizi pubblici per l'inclusione e l'accessibilità, del decreto legislativo 5 febbraio 2024, n. 20, recante l'istituzione dell'Autorità garante nazionale dei diritti delle persone con disabilità, e del decreto legislativo 3 maggio 2024, n. 62, recante la definizione della condizione di disabilità, della valutazione di base, di accomodamento ragionevole, della valutazione multidimensionale per l'elaborazione e attuazione del progetto di vita individuale personalizzato e partecipato;

nel commentare l'ultimo decreto legislativo attuativo della legge delega, in data 15 aprile 2024, sul sito del Ministero per la disabilità, la ministra Locatelli ha affermato che: "si tratta del cuore della riforma che semplifica il sistema di accertamento dell'invalidità civile, eliminando le visite di rivedibilità e che introduce il 'Progetto di vita', come strumento di accompagnamento nella vita delle persone. Si tratta di una rivoluzione culturale e civile, che sviluppa un nuovo paradigma nella presa in carico della persona con disabilità, eliminando le estreme frammentazioni tra le prestazioni sanitarie, socio sanitarie e sociali";

sicuramente è un progetto ambizioso e condivisibile, che però presenta diversi aspetti critici, evidenziati, in sede di audizioni, da più soggetti e che riguardano il merito di alcune disposizioni, il metodo di attuazione del decreto legislativo e, ultimo, ma non ultimo, gli aspetti di copertura economica dello stesso;

sotto il profilo del merito, diversi rilievi sono stati posti relativamente alla scelta di conferire, a decorrere dal 1° gennaio 2026, la gestione del procedimento per la valutazione di base, in via esclusiva, all'INPS, scelta che comporterà una mole enorme di lavoro per l'Istituto rispetto alla quale non è stato, ad oggi, fornito alcun elemento utile alla valutazione dell'impatto organizzativo di questa nuova procedura, per far fronte alla quale è prevista l'autorizzazione per l'INPS di assumere 1.069 nuovi medici, 142 funzionari amministrativi, 920 funzionari in ambito sanitario, non necessariamente "garanzia" del raggiungimento delle finalità previste;

così come è accaduto per la "riforma" in favore delle persone anziane, il decreto legislativo rimanda ad un numero consistente di decreti ministeriali successivi (ben 6), aspetto che lo rende sostanzialmente carente di misure immediatamente operative e che ha negato alle Commissioni parlamentari competenti la possibilità di esprimere il proprio parere;

sotto il profilo economico, invece, relativamente alle assunzioni per l'INPS finalizzate allo svolgimento della procedura valutativa di base, si prevede, a regime, un costo di poco più di 215 milioni di euro a decorrere dall'anno 2026, a cui si aggiungono poco meno di 33 milioni all'anno per i professionisti sanitari delle varie associazioni previste, per un totale di spesa che "copre" quasi interamente le risorse, pari a 273 milioni di euro a decorrere dall'anno 2026, prese dal fondo per le politiche in favore delle persone con disabilità, che sono, o meglio "dovrebbero", essere destinate anche all'implementazione dei progetti vita (di cui all'articolo 31 del decreto legislativo) e alle misure di formazione (di cui all'articolo 32 del decreto legislativo);

appare, quindi, più che concreto il rischio di vedere impegnate le risorse destinate all'attuazione del decreto legislativo (mediante riduzione del fondo per le politiche in favore delle persone con disabilità) in larga misura, per la copertura delle "spese di sistema" e, in modo residuale, per le altre finalità previste, in modo specifico, per le persone in condizioni di disabilità;

considerato inoltre che:

come previsto dall'articolo 33 del decreto legislativo, a decorrere dal 1° gennaio 2025 si avvieranno le procedure di sperimentazione, della durata di dodici mesi, volte all'applicazione provvisoria e a campione, secondo il principio di differenziazione geografica tra Nord, Sud e Centro Italia e di differenziazione di dimensioni territoriali, delle disposizioni relative alla valutazione di base e delle disposizioni relative alla valutazione multidimensionale e al progetto di vita;

le modalità e i territori coinvolti per le procedure di sperimentazione, nonché la verifica degli esiti, saranno stabiliti con regolamenti da adottare, rispettivamente, entro il 30 novembre 2024 ed entro cinque mesi dall'entrata in vigore del decreto, rinvio che presenta profili di incertezza riguardo alla scelta dei territori e il rischio di un'irragionevole sperequazione tra cittadini in pari condizioni di bisogno;

l'entrata in vigore della fase di sperimentazione a decorrere dal 1° gennaio 2025, il rinvio a due successivi regolamenti sulla base di criteri indefiniti e forieri di disuguaglianze tra cittadini con le stesse esigenze, la mancata previsione di qualsivoglia norma in materia di monitoraggio delle sperimentazioni e in caso di esito negativo delle stesse rendono necessari chiarimenti da parte della Ministra,

si chiede di sapere:

se la Ministra in indirizzo ritenga sufficienti le risorse destinate all'attuazione del decreto legislativo e quali siano le sue valutazioni riguardo alla suddivisione delle stesse a scapito delle misure "centrali" del decreto legislativo;

se non ritenga necessario prevedere una qualche forma di monitoraggio delle sperimentazioni previste, attraverso quali strumenti intenda seguire le diverse fasi di attuazione della riforma e se esista uno "scenario alternativo" in caso di esito negativo delle sperimentazioni, al fine di evitare che il lungo e farraginoso processo, previsto dal decreto legislativo, si risolva in un inutile dispendio di risorse a danno della parte più debole della popolazione.


INTERROGAZIONE SULLA PROSSIMA VISITA IN ITALIA DI UN ESTREMISTA POLITICO AUSTRIACO

(3-01142) (15 maggio 2024)

UNTERBERGER, SPAGNOLLI - Al Ministro dell'interno - Premesso che:

lo scorso 26 aprile 2024, il leader del "Movimento identitario austriaco", Martin Sellner, ha annunciato, per il successivo 5 maggio, una visita a Bolzano per una, a suo dire, "colazione rivoluzionaria" con il consigliere provinciale sudtirolese Jürgen Wirth Anderlan, noto in Alto Adige-Südtirol per le sue posizioni secessioniste nei confronti dell'Italia, contrarie ai migranti e alle sue campagne d'incitamento alla violenza contro i governanti locali e nazionali che hanno gestito l'emergenza coronavirus;

in virtù delle forti mobilitazioni di protesta e prese di posizione contrarie, tra cui quella del presidente della Provincia Arno Kompatscher, Martin Sellner ha deciso di rimandare la sua visita, annunciando che, al posto della "colazione rivoluzionaria", presto terrà a Bolzano una "conferenza pubblica", al fine di dare ancora più peso e visibilità alla sua presenza in Italia;

già da giovane, Sellner era salito agli onori delle cronache per il suo sostegno a favore dei negazionisti dell'olocausto e per aver oltraggiato una sinagoga in Austria con il disegno di svastiche. Oggi Sellner è noto per essere il teorico della "remigrazione", vale a dire un piano di espulsione su larga scala, dai Paesi di lingua tedesca, perfino dei cittadini austriaci e tedeschi di origine straniera;

il piano, che dovrebbe avere un periodo di attuazione decennale, sarebbe quello di individuare uno "stato modello" in Nord Africa, dove "spostare" fino a 2 milioni di persone;

Martin Sellner è una delle figure più pericolose dell'intera galassia neonazista e xenofoba, con una forte attività di proselitismo anche al di fuori dei confini austriaci, come rivelato dall'inchiesta giornalistica condotta in Germania sull'incontro a porte chiuse dello scorso novembre 2023 a Potsdam, in cui Sellner illustrava ad alcuni politici della AfD (Alternative für Deutschland) i vari passaggi del suo piano di pulizia etnica;

per queste sue attività, Sellner è stato bandito dal Regno Unito, dagli Stati Uniti, dalla Germania (anche se vi è un procedimento pendente) e dalla Svizzera, dove a marzo 2024, prima di un comizio, è stato prima posto in fermo dalle autorità elvetiche e poi espulso per motivi di ordine pubblico;

considerato che:

storicamente l'Alto Adige-Südtirol è il campo di battaglia per idee neonaziste provenienti dai territori di lingua tedesca con suggestioni pangermaniche;

i temi identitari e in particolare quelli inerenti alle etnie e ai gruppi linguistici sono vissuti con particolare sensibilità su un territorio dove è stata faticosamente costruita la pacifica convivenza tra gruppi linguistici diversi,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti, se non concordi sulla necessità di intervenire e quali misure intenda assumere, sulla scorta di quanto già fatto da altri Paesi, anche europei, per evitare che Martin Sellner possa venire in Italia per propagandare il suo folle disegno di pulizia e sostituzione etnica.


INTERROGAZIONE SULLA POSSIBILITÀ DI ESERCITARE IL DIRITTO DI VOTO PER GLI ISCRITTI ALL'AIRE RESIDENTI NEL REGNO UNITO E IN SVIZZERA

(3-01125) (9 maggio 2024)

GELMINI - Al Ministro dell'interno - Premesso che:

l'articolo 48 della Costituzione prevede che "La legge stabilisce requisiti e modalità per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all'estero e ne assicura l'effettività";

i residenti all'estero sono circa 6 milioni, il che significa che poco meno di un italiano su 10 è iscritto all'AIRE e risiede al di fuori del territorio nazionale; solo un terzo degli iscritti all'AIRE risiede in un Paese della UE;

in base all'articolo 3 del decreto-legge 24 giugno 1994, n. 408, gli iscritti all'AIRE residenti in un Paese UE possono esercitare il diritto di voto per le elezioni europee presso le sezioni elettorali istituite dalla rete consolare italiana; gli iscritti all'AIRE residenti in un Paese extra UE non possono esercitare il diritto di voto se non rientrando in Italia;

in base ai dati del censimento 2022, gli iscritti all'AIRE nel Regno Unito che a causa della "Brexit" non possono più votare nel Paese di residenza sono circa 460.000;

in un altro Paese europeo non membro della UE e confinante con l'Italia, la Svizzera, risiedono altri 640.000 cittadini italiani;

non esiste alcuna ragione tecnica, né alcun ostacolo istituzionale, a parte la volontà politica, che impedisca di estendere le modalità di voto previste per gli italiani residenti nei Paesi UE anche agli italiani residenti in altri Paesi europei e a un mese dal voto è ancora possibile provvedere a garantire questa possibilità almeno nel Regno Unito e in Svizzera, dove vivono complessivamente più di un sesto di tutti gli italiani residenti all'estero,

si chiede di sapere se il Governo intenda adottare provvedimenti tempestivi e urgenti per consentire anche agli iscritti all'AIRE residenti nel Regno Unito e in Svizzera di esercitare il diritto di voto per le prossime elezioni europee presso sezioni elettorali istituite nei Paesi di residenza dalla rete consolare italiana, come avviene per gli iscritti all'AIRE residenti nei Paesi della UE.


INTERROGAZIONE SUL CORRETTO FUNZIONAMENTO DEL NUMERO UNICO DELLE EMERGENZE (NUE)

(3-00777) (9 novembre 2023)

NAVE, PIRRO, DI GIROLAMO, MAIORINO, MARTON, PIRONDINI, ALOISIO, BILOTTI, DAMANTE, FLORIDIA Barbara - Al Ministro dell'interno - Premesso che:

il decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 177, all'art. 6 ha previsto la realizzazione sul territorio nazionale del servizio "numero unico di emergenza europeo 112", in ossequio alla decisione del Consiglio delle Comunità europee 91/396/CEE, del 29 luglio 1991, sull'introduzione di un numero unico europeo per chiamate di emergenza;

il numero unico per le emergenze (NUE) 112, definito anche "uno uno due", funziona secondo il modello della "centrale unica di risposta" (CUR 1.1.2), nella quale vengono convogliate le linee 112, 113, 115 e 118;

il servizio 112 in diversi Paesi europei già rappresenta il modello unico di servizio per le emergenze;

l'art. 1, comma 2, della decisione del 1991 recita: "Il numero unico europeo per chiamate di emergenza viene introdotto, ove opportuno, parallelamente a ogni altro numero nazionale esistente per tali chiamate";

la direttiva 2002/22/CE del Parlamento europeo, all'art. 26, prevede che: "Gli Stati membri provvedono affinché, oltre ad altri eventuali numeri di emergenza nazionali specificati dalle autorità nazionali di regolamentazione, tutti gli utenti (...) possano chiamare gratuitamente i servizi di soccorso digitando il numero di emergenza unico europeo 112";

le direttive, come strumento legislativo europeo, non impongono agli Stati una precisa normativa, ma degli "obblighi di risultato", ovvero lo Stato deve conseguire gli obiettivi previsti dalla direttiva, ma il modo in cui lo fa è affidato alla sua discrezionalità;

lo scopo per il quale è stato introdotto il NUE è quello di agevolare i cittadini, in viaggio nei Paesi europei nell'accesso alle richieste di soccorso per le emergenze, fornendo un numero che sia uguale per tutti gli Stati dell'Unione europea;

in considerazione del fatto che molti Stati europei possedevano dei sistemi di richiesta di soccorso per diversi tipi di emergenza con numeri dedicati, è stato specificato che l'introduzione del 112 quale NUE dovesse evitare ulteriori sviluppi divergenti nel settore a causa di motivi legislativi, di regolamentazione o amministrativi;

la decisione citata parla, chiaramente, di introduzione parallela del 112 NUE e non sostitutiva delle altre numerazioni nazionali esistenti per tali chiamate;

i Paesi europei hanno adottato misure per l'introduzione del 112 con tempi diversi. L'Italia ci è arrivata in ritardo, tanto che nel 2009 era stata aperta una procedura d'infrazione, chiusa poi nel 2011 dopo le prime introduzioni del numero unico di emergenza nel nostro Paese, ma nel frattempo ha ricevuto, e tuttora riceve, altre sanzioni per i disservizi e le mancate introduzioni tecnologiche all'uopo necessarie ed altrove esistenti;

ai Paesi membri dell'Unione europea è stata data la libertà di scegliere come introdurre il numero unico d'emergenza 112 e a quali servizi di emergenza collegarlo: in alcuni Paesi è diventato l'unico numero per le emergenze (anche se le chiamate ai numeri vecchi vengono reindirizzate), mentre in molti altri è stato introdotto in modo parallelo, cioè come numero da chiamare quando non si sa a che servizio di soccorso specifico rivolgersi;

in Italia, il 112 è stato introdotto in modo sostitutivo e non parallelo rispetto agli altri numeri, con costi enormemente maggiori, con ritardo aggiuntivo certificato sui tempi d'intervento correlato al doppio passaggio tra centrali operative;

considerato che:

nel nostro Paese pur essendo disponibile il sistema tecnologico advanced mobile location (AML), grazie al quale, anche in assenza di rete internet, dallo smartphone, quando qualcuno richiede il soccorso, parte immediatamente un "SMS" al 112, che comunica le coordinate GPS corrispondenti esattamente al punto in cui si trova l'utente, con un grado di approssimazione inferiore ai 100 metri, mentre, quando si chiama il 112 e si parla con l'operatore, questi spesso non riesce a localizzare in automatico la chiamata e chiede informazioni al chiamante perdendo così secondi preziosi, ancor più quando il territorio in cui sta operando non è ben noto;

i servizi di localizzazione automatica della chiamata, già previsti dal decreto del Ministero dello sviluppo economico nel 2009, risultano fondamentali per chi chiama i servizi di emergenza e non può fornire la propria posizione, perché, per esempio, non sa dove si trova, o è un bambino o è ferito in modo talmente grave da non riuscire a comunicare;

ogni anno, circa 500.000 persone si trovano in questa situazione ed è evidente che conoscere la posizione esatta di chi chiama e la dislocazione sul territorio dei soccorsi più limitrofi in quel momento potrebbe aiutare chi opera i soccorsi a reagire rapidamente salvando vite umane;

la geolocalizzazione delle chiamate di emergenza doveva essere introdotta nel nostro Paese entro e non oltre il 2020, ma ad oggi, in molti casi, le centrali 112 non sono in grado di localizzare né il chiamante, né pattuglie ed ambulanze sul territorio;

negli ultimi anni, il numero di addetti alle centrali 112 NUE è calato drammaticamente e ciò si ripercuote con enormi ritardi nella gestione delle chiamate con tempi di attesa indecenti per un Paese civile. Inoltre i requisiti di ammissione e la preparazione di base necessaria per diventare operatore 112 NUE andrebbero aggiornati e rivisti completamente, poiché si sono rivelati al momento insoddisfacenti in moltissimi casi;

le notizie di cronaca, anche recenti, ricordano impietosamente come la gestione intempestiva delle chiamate d'emergenza e la mancata localizzazione determinano spesso esiti fatali. Non a caso nella puntata della trasmissione televisiva "Le Iene" dello scorso 31 ottobre 2023 è stato dedicato un servizio a questa problematica con testimonianze e dati allarmanti,

si chiede di sapere quali iniziative di competenza il Ministro in indirizzo intenda tempestivamente porre in essere ai fini del superamento di tutte le criticità descritte, con particolare riguardo all'introduzione della localizzazione immediata ed automatica del chiamante, all'assunzione di personale specializzato, ai dati del tempo di risposta media nelle varie regioni e alla riduzione drastica dei tempi di attesa e di invio sul posto dei soccorsi.


INTERROGAZIONE SULL'ISTITUZIONE DI UN POSTO DI POLIZIA FERROVIARIA A FOSSANO (CUNEO)

(3-01144) (15 maggio 2024)

BERGESIO, ROMEO - Al Ministro dell'interno - Premesso che:

si registrano con troppa frequenza, sull'intero territorio nazionale, episodi di aggressioni a capitreno, controllori e passeggeri da parte di gruppi e individui che vengono fermati perché sprovvisti di titolo di viaggio o perché colti a danneggiare i convogli o le stazioni ferroviarie;

in particolare, treni e stazioni sulla tratta Torino-Cuneo-Ventimiglia o Torino-Savona sono spesso anche utilizzati anche da piccoli spacciatori per i loro traffici. La stazione ferroviaria di Fossano (Cuneo) occupa una posizione strategica sulla linea Torino-Savona ed essendo il punto d'origine della linea per Cuneo, e necessita di un presidio stabile da parte delle forze dell'ordine;

alla luce di queste note problematiche, considerato che la stazione di Fossano è il centro nevralgico per i collegamenti ferroviari della "Granda", in cui transitano quotidianamente migliaia di passeggeri, è stata, ormai da diversi anni, pianificata la creazione di un posto operativo della Polizia ferroviaria, per garantire la necessaria sicurezza ai cittadini;

negli scorsi mesi si è tenuto presso l'ufficio coordinamento e pianificazione delle forze di polizia di Roma l'esame congiunto sulla "Costituzione anticipata del posto di Polizia Ferroviaria di Fossano, rispetto all'entrata in vigore del decreto del Capo della Polizia - Direttore Generale della pubblica sicurezza- del 28/06/2022 (Atto ordinativo unico degli Uffici Territoriali)", in cui è emersa l'importanza dell'apertura anticipata del presidio di polizia nel territorio cuneese, con una pianta organica che consenta un orario di servizio idoneo ad assicurare la funzionalità e l'efficienza della struttura;

preso atto che la ristrutturazione dei locali idonei per ospitare il nuovo posto di Polizia ferroviaria è terminata nel mese di marzo 2024 ed anche l'allestimento è ormai in fase di ultimazione e che, allo stato attuale, la stazione risulta pronta per ospitare il nuovo presidio,

si chiede di sapere quale sia la data prevista per l'apertura stabile del presidio di Polizia ferroviaria presso la stazione di Fossano, come sia costituita la pianta organica prevista fin dall'apertura e quale orario di servizio sarà adottato per assicurare la funzionalità e l'efficienza della struttura.

INTERROGAZIONE SULLE MISURE PER RIDURRE LA PRESENZA DI MIGRANTI IRREGOLARI

(3-01141) (15 maggio 2024)

BALBONI, MALAN, LISEI, DE PRIAMO, DELLA PORTA, SPINELLI - Al Ministro dell'interno - Premesso che:

i recenti fatti di cronaca, a Lambrate e a Milano, evidenziano la sempre più pressante esigenza di interventi decisi per incrementare i rimpatri dei migranti che non hanno titolo a rimanere in Italia, in particolare quelli pericolosi per la sicurezza dei cittadini;

il Governo, sin dal suo insediamento, ha messo in campo una serie di misure per aumentare i centri per i rimpatri, per migliorare l'esecuzione dei provvedimenti di allontanamento forzoso, anche incentivando la collaborazione con i Paesi di origine, e per assicurare procedure di ingresso regolare e controllato, unico antidoto ai mercanti di morte;

come recentemente dichiarato dal Presidente del Consiglio dei ministri Meloni, l'andamento dei flussi di migranti irregolari verso l'Italia, in significativa diminuzione, dimostra che il lavoro in corso sta portando a risultati da valutare con fiducia;

un'ulteriore, importante linea di azione va dedicata ai rimpatri volontari assistiti con il pieno coinvolgimento delle organizzazioni internazionali impegnate in questo ambito;

anche il recente aggiornamento dell'elenco dei Paesi sicuri per i richiedenti protezione internazionale va nella stessa direzione e costituisce un altro tassello del cambio di passo delle politiche governative volte a gestire con pragmatismo ed efficacia il fenomeno migratorio,

si chiede di sapere quali risultati siano stati conseguiti con le misure già intraprese e quali eventuali ulteriori iniziative siano in via di realizzazione per ridurre la presenza dei migranti irregolari sul territorio nazionale.

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