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Minerva Web
Rivista online della Biblioteca "Giovanni Spadolini"
A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
Venti anni di apertura al pubblico della Biblioteca del Senato
n. 73 (Nuova Serie), agosto 2023

I senatori a vita visti da vicino. Presentazione del volume di Paolo Armaroli. Sala capitolare, 23 maggio 2023

Lo scorso 23 maggio la Sala capitolare ha ospitato un incontro attorno a un volume che a vario titolo 'nasce' in Parlamento: ex deputato è l'autore, Paolo Armaroli; parte delle ricerche è stata svolta presso il Polo bibliotecario parlamentare, anche con la partecipazione dei servizi di ricerca della Biblioteca del Senato; l'oggetto della trattazione sono i senatori stessi, in particolare nella fattispecie prevista dall'art. 59 della Costituzione (di recente modificato dalla Legge costituzionale 19 ottobre 2020, n. 1): i senatori a vita.

La presentazione - la cui registrazione è stata ripresa dalla WebTv del Senato - è stata promossa dal Presidente della Commissione per la biblioteca e l'archivio storico del Senato, sen. Marcello Pera, che nella sua introduzione ha posto immediatamente le principali questioni che riguardano sia i senatori a vita di diritto, in quanto ex presidenti della Repubblica, sia quelli di nomina presidenziale, scelti per aver «illustrato la Patria per altissimi meriti»: si tratta di eccezioni all'ordinamento? sono utili? sono da considerarsi insigniti di una onorificenza o, piuttosto, titolari di un ufficio?

A questi interrogativi, e a molto altro, hanno dato risposta numerosi e vari interventi, moderati da Gianni Letta, che ha anche sottolineato come Armaroli, che già l'anno scorso aveva tracciato i «ritratti a matita» di dodici presidenti del Senato, si sia dedicato a una sorta di racconto efficace e divertente - godibile anche per un lettore non specialista - su com'è nato l'istituto dei senatori a vita. Particolare attenzione è stata data al dibattito in Assemblea Costituente (che vide attive anche personalità come Terracini e Lussu): i timori di una deroga al principio di sovranità popolare che si voleva sancire furono infine superati in nome della volontà di portare in Senato il valore aggiunto delle competenze e del sapere che - nelle parole di Letta - «non sempre si accompagnano alla rappresentanza generale nel suffragio universale».

Nel suo discorso, Pier Ferdinando Casini ha collegato questa storia all'attuale questione politica posta dalla riduzione delle assemblee parlamentari, a seguito della quale un numero anche piccolo di senatori non espressi dagli schieramenti politici potrebbe incidere sulle maggioranze nelle votazioni. Il possibile ripensamento dell'istituto - ha commentato - non ne inficerebbe la nobiltà istituzionale, che non può considerarsi intaccata nemmeno dal rifiuto opposto da alcuni personaggi celebri cui la carica fu proposta, come Indro Montanelli e Arturo Toscanini, che rinunciarono per motivi d'impegno professionale ma nel pieno rispetto della dignità del Senato.

Tra la lettura dei saluti della senatrice a vita Luciana Segre e di Giuliano Amato (i quali hanno richiamato rispettivamente il grande valore culturale e politico-istituzionale dell'appuntamento e le prospettive offerte anche a chi pensava di sapere tutto dell'argomento) si è svolta la relazione di Sabino Cassese. Partendo da un paragone del libro di Armaroli con la mappa di una terra ancora poco nota, importante sia per l'oggetto che tratteggia (la rappresentanza politica), sia per il metodo e le fonti (non solo normative e costituzionalistiche) su cui si basa, Cassese si è soffermato sul duplice profilo dell'istituto dei senatori a vita - la durata della carica e la sua non elettività - per suggerire come ne cambierebbe il ruolo se questi due aspetti non coesistessero.

È stata poi la volta di Enzo Cheli che, in riferimento a questo tema generalmente ritenuto trascurabile nel nostro impianto istituzionale, ha evidenziato alcuni elementi di continuità nella storia parlamentare italiana tra Regno e Repubblica, ma anche i nodi irrisolti del dibattito in Costituente, che hanno condotto ad ambiguità applicative, da un lato oscillanti tra prassi restrittive e non, dall'altro incerte sulla qualificazione degli «altissimi meriti» richiesti e della loro effettiva funzionalità alla vita parlamentare.

Si è collocata a questo punto del pomeriggio la testimonianza di un'altra senatrice a vita, Elena Cattaneo, che del libro ha enfatizzato la caratteristica di «racconto istituzionale» e al contempo di indagine sul valore di una carica significativa della nostra democrazia parlamentare. La sua personale esperienza di scienziata chiamata a contribuire ai lavori del Senato con e per le proprie competenze, senza necessariamente schierarsi nell'agone politico ma impegnandosi a unire dimensione pubblica, civile e sociale per «creare una società più competente e collaborativa», rappresenta un esempio di come si possa portare in Parlamento attenzione al metodo contro la distorsione delle evidenze, stimoli al dialogo, supporto ai talenti del nostro Paese.

Dopo politici e studiosi del diritto non poteva mancare la voce di un tecnico del diritto parlamentare, l'ex Segretario generale del Senato Antonio Malaschini, che ha proposto un breve ricordo dell'insediamento in Senato di Eduardo De Filippo, nominato da Sandro Pertini, aprendo così la strada alle conclusioni dell'autore; Paolo Armaroli ha infatti proseguito su un filone aneddotico, soffermandosi infine su una visione complessiva del senatore a vita come figura che, secondo l'intento dei Padri costituenti, possa coniugare professionalità e senso dello Stato in «una visione generale delle cose», unendo la missione civile a quella politica.

Dall'insieme degli interventi, delle relazioni, delle testimonianze, sono emersi interessanti spunti di riflessione, soprattutto connessi al nuovo ruolo del Parlamento a seguito della già citata riforma costituzionale che ha ridotto il numero dei suoi membri: cambierà il nostro bicameralismo? quale ruolo vi avrà la componente meritocratica? quale rapporto si disegnerà tra la rappresentanza politica e la rappresentanza di interessi? i senatori a vita sono destinati a sparire o potrebbero essere addirittura potenziati? L'analisi di tutte le prospettive evocate esula dagli intenti immediati del libro, che tuttavia, con la sua particolare angolazione e grazie alla sua gustosa, a tratti pungente, carrellata di personalità, si presenta come uno specchio, insieme utile e curioso, della storia del nostro Paese.

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Dal sito del Senato:

- Senatori a vita

In "MinervaWeb" leggi anche:

- Liliana Segre, 2018, n. 44 (n.s.)

- Elena Cattaneo, 2014, n. 21 (n.s.)

- Indice generale per rubrica [nella rubrica "I senatori di diritto e a vita" altri articoli di approfondimento sul tema]

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