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Minerva Web
Rivista online della Biblioteca "Giovanni Spadolini"
A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
Venti anni di apertura al pubblico della Biblioteca del Senato
n. 73 (Nuova Serie), agosto 2023

Palazzo della Minerva e le sue opere d'arte: una nuova guida

Per celebrare insieme ai suoi utenti i vent'anni di apertura al pubblico, la Biblioteca del Senato ha curato la nuova edizione di alcune guide a supporto dell'uso consapevole dei servizi e delle fonti della biblioteca.

Al corpus di guide finora pubblicato, tutte scaricabili in formato pdf dall'apposita pagina del sito della biblioteca e/o disponibili nella versione cartacea presso la sede di Piazza della Minerva, si aggiunge, con l'occasione, un nuovo opuscolo di indole diversa, una piccola guida alle opere d'arte che è possibile ammirare nelle sale dello storico palazzo che accoglie la Biblioteca del Senato, Palazzo della Minerva.

L'occasione, del resto, è propizia: la Biblioteca del Senato vent'anni fa lasciava la sede di Palazzo Madama per essere trasferita a Piazza della Minerva e aprire contestualmente le sue porte al pubblico. Fervido sostenitore di questo progetto era stato colui a cui la biblioteca verrà intitolata. Infatti, nel 1991, sotto la presidenza di Giovanni Spadolini, il Senato acquisiva Palazzo della Minerva con l'esplicita intenzione di trasferirvi la biblioteca: quella era stata la sede del Ministero della pubblica istruzione del Regno d'Italia ai tempi di Francesco de Sanctis, di Pasquale Villari e, più tardi, di Vittorio Emanuele Orlando e di Benedetto Croce; e quella sarebbe diventata la nuova, prestigiosa sede della biblioteca, nel cuore della Roma medievale e dell'antica insula dominicana.

Nella primavera del 2003, dopo lunghi lavori di ristrutturazione, Palazzo della Minerva era finalmente pronto per accogliere la Biblioteca del Senato e i suoi nuovi utenti. Lo spostamento della sede non rappresentava di per sé una novità, dal momento che la biblioteca, istituita durante il Regno di Sardegna, il 14 marzo 1848, a Torino, ne aveva seguito le sorti, trasferendosi dapprima a Firenze (1865) e da lì a Roma (1871); era piuttosto l'apertura al pubblico a fornire a tutti gli effetti l'occasione per riprogettare l'immagine e i servizi della biblioteca, la sua offerta, il suo funzionamento e regolamento. La stagione era favorevole; erano gli anni in cui la Presidenza del Senato, sotto la guida di Marcello Pera, si faceva promotrice di una politica di rilancio culturale. L'inaugurazione della nuova biblioteca aveva seguito, difatti, di pochi mesi l'apertura al pubblico dell'Archivio storico del Senato. Si avvertiva l'esigenza di un rinnovamento culturale e di iniziative pubbliche che dessero prova della vitalità dell'istituzione e del coinvolgimento dei cittadini.

Nello stesso periodo e in virtù della medesima esigenza di rinnovamento, il Senato si impegnava nell'acquisizione di opere d'arte che, per la prima volta, coinvolgeva anche opere di artisti viventi. A tal proposito, scriveva Marcello Pera nell'introduzione alla sezione "Opere d'arte del sito del Senato":

Per stare al passo con tutti questi tempi, ci vogliono più orologi, più unità e metri di misura. Il Senato li usa. Convegni, conferenze, mostre, dibattiti, presentazioni, iniziative pubbliche di ogni genere, danno prova della vita di una istituzione, che oltre alla centralità del suo compito legislativo, è immersa nel suo tempo e da questo trae spunto per crescere ed evolversi.

L'arte, che meglio di ogni altra manifestazione umana incarna e rispecchia lo spirito del tempo, non poteva non avere il suo posto in questo continuo aggiornamento. D'altronde, i capolavori che si trovano nei palazzi del Senato sono il frutto di una lunga e complessa stratificazione di stili, gusti, tendenze, attraverso i quali si è dipanata la storia dell'istituzione.

L'acquisizione di opere d'arte è un aspetto significativo dell'attività culturale del Senato; i suoi palazzi ospitano arazzi, dipinti, sculture e opere di arte applicata. A Palazzo della Minerva sono esposte alcune di queste opere. Aggirandosi per le sale, gli utenti della biblioteca e coloro che partecipano agli eventi organizzati nel palazzo possono rintracciare forme ed espressioni artistiche (contemporanee, ma non solo) volute dal Senato per far crescere con vitalità la sua collezione; si tratta di arazzi, dipinti e sculture di cui la nuova guida dà conto.

La guida Opere d'arte a Palazzo della Minerva è strutturata in quattro sezioni: la prima descrive il palazzo, costruito nel corso del Cinquecento e arrivato a noi nel castigato aspetto purista che gli conferì il restauro ottocentesco ai tempi di Pio IX; le altre tre sezioni sono dedicate rispettivamente agli arazzi, ai dipinti e alle sculture che in esso si trovano, corredate nella parte finale dalle piante con l'indicazione dell'ubicazione delle opere d'arte descritte.

Il filone artistico maggiormente presente negli ambienti del palazzo è quello degli arazzi. Lungo la scalinata che dalla Sala degli Atti parlamentari conduce al piano terra si trovano quattro arazzi di Corrado Cagli (Donne di pescatori, Pescatori, Vele, Viaggi) realizzati nel 1959 e uno di Emilio Vedova (Astratto) del 1964.

Gli arazzi di Cagli facevano originariamente parte dell'arredo interno dei grandi transatlantici Michelangelo e Raffaello. Cagli ha sperimentato, nel corso della sua carriera artistica, molti tipi di ricerca figurativa; è stato scultore, pittore, ceramista, nonché importante teorico della pittura murale. Il suo stile, intriso di temi mitologici, di realismo sociale e di astrattismo, ha anticipato la corrente informale e segnica degli anni Cinquanta.

L'arazzo di Vedova è testimone della partecipazione dell'artista al movimento dell'espressionismo astratto, come anche del suo rapporto con l'ambiente americano, con particolare attenzione ai risvolti politico-sociologici. L'opera Astratto trasmette tutta l'irrequietezza di Vedova, nonché il senso di incertezza, disagio e ribellione che ha caratterizzato gli anni Sessanta.

Palazzo della Minerva ospita anche due dipinti. Ubicato al secondo piano del palazzo, nell'area di passaggio con la Biblioteca della Camera, vi è un dipinto a olio di Carlo Levi. Il tema dei tronchi in Levi è tipico del periodo che dalla fine degli anni Sessanta si spinge sino ai primi anni Settanta. I tronchi dipinti in quegli anni si presentano come il racconto di una storia, dove ogni quadro svela un particolare punto di vista su uno stesso soggetto.

Anch'esso dipinto a olio è il quadro esposto presso la Sala capitolare. Realizzata da Francesco Londonio nel XVIII secolo, l'opera è a tema pastorale e rivela una sensibilità del pittore milanese a cavallo tra il gusto neoclassico e quello preromantico.

Infine Palazzo della Minerva espone quattro sculture di artisti contemporanei.

Di Sandro Chia, uno dei più importanti membri del movimento della transavanguardia italiana, è esposto, nello spazio adiacente alla Sala capitolare, Al servizio della Cosa Pubblica, tavolo in bronzo con due angeli ai lati. Lo stesso ambiente ospita Ragazzo accucciato, scultura anch'essa in bronzo di Alexandra Valenti che mostra un bambino accovacciato, colto nell'atto di modellare la sabbia.

Sempre al pianoterra del palazzo vi è Il registro di Cordelia von den Steinen. La scultura rappresenta un libro aperto, le cui pagine sono abitate da una figura umana. Lo stravolgimento delle proporzioni rovescia misteriosamente le gerarchie tra uomo e cosa; riaffiorano i temi della lettura, della scrittura, della biblioteca, molto presenti nell'itinerario artistico della scultrice svizzera.

Chiude il cerchio un'opera di Giuliano Vangi, scultore di solido impianto, esponente di un'antica tradizione italiana riattualizzata nel moderno, le cui creazioni sono caratterizzate da ampio uso della policromia e della multimaterialità (bronzo, ceramica, legno, marmo, pietre preziose, vetroresina) e dalla centralità della figura umana. Di Vangi Palazzo della Minerva espone, presso la Sala degli Atti parlamentari, la scultura Ragazza in piedi, poderosa figura di donna in rame, bronzo, nichel bianco e oro, dalle tese, lucide forme metalliche.

Per un approfondimento sui temi trattati nella guida Opere d'arte a Palazzo della Minerva, di cui, prossimamente, sarà disponibile anche una versione rivista in lingua inglese, si consigliano alcune pubblicazioni disponibili nel catalogo del Polo bibliotecario. In particolare, per saperne di più sul palazzo, si rinvia a La Biblioteca del Senato a Palazzo della Minerva, volume pubblicato nel 2003, in occasione dell'inaugurazione della biblioteca. In esso viene illustrata la ricchezza architettonica del Palazzo della Minerva e i particolari della complessa opera di restauro necessaria a trasformare un palazzo storico nella sede di una moderna biblioteca.

Per chi, invece, volesse conoscere meglio la collezione d'arte che i palazzi del Senato accolgono, si rinvia, oltre che alla già citata sezione del sito del Senato, al volume Registro delle opere d'arte che, seppure aggiornato al 31 luglio 2006, offre l'occasione di farsi un'idea di quella "complessa stratificazione di stili, gusti, tendenze, attraverso i quali si è dipanata la storia dell'istituzione".

Scarica qui la nuova guida Opere d'arte a Palazzo della Minerva

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Dal sito del Senato:

- Opere d'arte

Dal sito della biblioteca:

- Guide e strumenti di ricerca

- Storia e raccolte

In "MinervaWeb" leggi anche:

- Opere d'arte a Minerva, 2019, n. 54 (n.s.)

- Il Palazzo della Biblioteca del Senato, 2012, n. 7 (n.s.)

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