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Minerva Web
Rivista online della Biblioteca "Giovanni Spadolini"
A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
Venti anni di apertura al pubblico della Biblioteca del Senato
n. 73 (Nuova Serie), agosto 2023

Conversazioni

Dialogando con Laura Ballestra, presidente dell'Associazione italiana biblioteche (AIB)

Nella rubrica di aggiornamento e dialogo col mondo scientifico e associativo, non poteva mancare un confronto con la professione di riferimento della Biblioteca "Giovanni Spadolini". Dunque, dopo la 'conversazione' dell'anno scorso con la Società italiana di scienze bibliografiche e biblioteconomiche (SISBB) e quella dello scorso numero con l'Associazione italiana di storia orale (AISO), diamo la parola a Laura Ballestra, direttrice della Biblioteca Mario Rostoni dell'Università "Carlo Cattaneo" di Castellanza (VA), responsabile di LIUC University Press e neoeletta presidente dell'Associazione italiana biblioteche (AIB). Trovandosi all'inizio di un nuovo mandato (2023-2026), le risposte alle nostre domande sullo stato della professione e le iniziative con cui s'intende promuoverla acquistano un valore programmatico per il prossimo futuro e riguardano da vicino anche le prospettive del servizio che offriamo; formuliamo i migliori auguri per un'azione efficace.

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1. Qual è lo stato di salute della professione che l'Associazione rappresenta?

La professione dei bibliotecari è estremamente variegata. Si tratta di profili professionali che hanno un obiettivo fondamentale comune, ossia il contribuire a costruire e mantenere un sistema in cui le fonti informative siano selezionate, organizzate, gestite, valorizzate, conservate, mediate attivamente e divulgate per l'intera comunità di cittadini. Gli elementi differenzianti possono essere però anche numerosi, perché ad esempio un bibliotecario che opera in una biblioteca di pubblica lettura, offrendo percorsi di lettura per i bambini, svolge compiti piuttosto differenti rispetto a un bibliotecario che si occupa di tutela di incunaboli e cinquecentine, oppure ancora che produce basi dati bibliografiche o indicizza semanticamente documenti in una biblioteca universitaria.

Questa grande varietà di contenuti da un lato e di attori che offrono lavoro - principalmente l'ente pubblico, dal livello locale dei comuni a quello nazionale, dalle università, ai centri di ricerca, alle scuole, in misura minore il settore privato - restituisce un quadro diversificato che richiede dimensioni di analisi necessariamente circoscritte. Tra gli elementi comuni c'è senz'altro il fatto che parliamo di una professione che ha bisogno di continuo aggiornamento, perché la componente tecnologica è molto rilevante e il mondo dell'informazione è in costante evoluzione, una professione con una forte componente di figure femminili - oltre il 70% per tutto il comparto archivi-biblioteche-musei [dato che emerge da una Rilevazione continua sulle forze di lavoro sul sito dell'Istat, ndr] - con un rischio crescente di invecchiamento. A questo si aggiunge che la disomogeneità della distribuzione di biblioteche penalizza il Sud dell'Italia in termini di opportunità di lavoro. Inoltre, chi desiderasse diventare bibliotecario sul territorio del Sud Italia avrebbe meno opportunità anche solo di trovarvi un'università che offra corsi di laurea magistrale in biblioteconomia e bibliografia.

Il fascino della professione esiste, e a mio parere consiste nel fatto che, se si eccettuano figure dedite prettamente e unicamente a funzioni tecniche o amministrative, la componente relazionale è molto rilevante (i bibliotecari sono fondamentalmente specialisti e mediatori di informazione), come pure quella dell'innovazione, senza però perdere nulla della continuità con il passato e della dimensione etico-valoriale che riconosce nel presidio fondamentale della lettura una leva per lo sviluppo della persona e per l'apprendimento permanente. Trovare però nel mercato del lavoro offerte che valorizzino le aspirazioni di chi si affaccia alla professione non è così semplice.

Dovendo dare in poche battute un quadro di quello di cui avremmo bisogno per riuscire al meglio, come bibliotecari, nell'obiettivo di supportare i cittadini nelle loro necessità di lettura, ricerca, socializzazione, crescita a partire dal mondo dell'informazione e dei documenti, abbiamo da un lato la necessità di investimenti, che assicurino l'ingresso di forze di lavoro giovani e quel continuo rinnovamento di cui necessitano le biblioteche per incontrare le esigenze dei pubblici contemporanei: senza biblioteche che siano veri 'organismi in crescita' [secondo le cosiddette cinque leggi della biblioteconomia, ndr] non ci sarà futuro per la professione.

Dall'altro, serve che noi bibliotecari ricordiamo sempre che nulla è scontato, che dobbiamo investire nella nostra professionalità, essere professionisti e non burocrati, comunicare bene il nostro ruolo e quello delle biblioteche, che ancora oggi in Italia sono percepite non nella loro varietà e complessità, ma enfatizzandone solo alcuni aspetti, perdendo quindi quell'insieme di sfaccettature che ne contraddistinguono l'unicità e che si traducono, per un bibliotecario, nella fatica di essere grandemente versatili e plastici. Sono ottimista. L'azione proattiva dei bibliotecari sul campo, nel consigliare letture, nel promuovere spirito critico nei confronti del mondo dell'informazione, nel diffondere il valore della socialità e dell'inclusione in uno spazio, quello della biblioteca, di libertà senza alcuna censura, di convivenza di pubblici diversi e con esigenze diverse, è l'unica chiave per riuscire a mantenere la professione vitale come deve essere.

2. Quali sono le iniziative con cui l'Associazione, e l'attuale mandato in particolare, si propone di promuoverla?

Le dimensioni attraverso cui abbiamo declinato le linee strategiche di mandato (Aree strategiche di intervento AIB 2023-2026) sono 5 pilastri che hanno senz'altro come punto di riferimento la professione e l'advocacy delle biblioteche. Li abbiamo denominati:

  1. Advocacy per bibliotecari e biblioteche;
  2. Una comunità di valori condivisi;
  3. Politica dell'informazione di qualità per tutti e politiche della lettura;
  4. Sviluppo professionale e leadership;
  5. Equità, differenze, inclusione e coesione sociale.

Da un lato lavoreremo per migliorare la comunicazione con le istituzioni e tutti i portatori di interesse per ottenere sostegno, anche finanziario, alle attività delle biblioteche e per definire un quadro legislativo locale e nazionale a beneficio dei servizi bibliotecari, delle comunità e dei singoli cittadini.

Altro tema riguarderà il protagonismo dei bibliotecari rispetto all'evoluzione del sistema dell'informazione. Parliamo di un sistema soggetto a forti rischi di censura, mancanza di accesso democratico alle fonti, divari nelle competenze informative e digitali, impoverimento delle risorse disponibili. Non possiamo che voler dire la nostra, supportando l'accesso aperto all'informazione, la lettura, la competenza informativa e mediale, la competenza digitale e la capacità dei singoli di apprendere in modo continuativo.

I nostri valori ci portano a riaffermare l'importanza di perseguire l'equità rispetto alla diversità di genere, etnia, capacità, cultura, religione, promuovendo e sostenendo servizi per tutti e lo sviluppo della bibliodiversità delle collezioni delle biblioteche.

L'aspetto che vorrei però sottolineare, tra questi temi strategici, è il senso di appartenenza. Non tutti i bibliotecari sono iscritti all'AIB, ma chi si iscrive entra a far parte di una comunità che 'da fuori' è difficile leggere. Oggi più che mai è importante, soprattutto per le persone più giovani e che intraprendono questa professione dopo percorsi di laurea nelle discipline per noi di riferimento, acquisire l'idea che è forte il rischio di isolamento, di progressiva perdita di competenze, di appiattimento sulla routine e di incapacità di trarre ispirazioni per innovare se si resta da soli o ci si affida al 'fai da te professionale'.

Essere in una comunità, quella di AIB, significa confrontarsi e crescere in un'organizzazione che non si improvvisa, che nasce nel 1930, ha solide competenze da offrire in termini di selezione di informazioni, di professionisti capaci di fare formazione professionale seria e rigorosa. Far parte di AIB significa sviluppare orgoglio per l'appartenenza a un 'mestiere antico' che ha saputo reinventarsi tantissime volte e da sempre aiuta le persone non solo garantendo accesso all'informazione ma ponendo le condizioni per apprezzare il valore della scrittura e della lettura, per tutti, durante tutto l'arco della vita e in tutte le sue dimensioni.

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