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Giovedì 27 Aprile 2023 - 61ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 10:08)

L'Assemblea, a maggioranza assoluta dei componenti, ha approvato la proposta di risoluzione n. 100, presentata dai Gruppi di maggioranza, sulla Relazione presentata dal Governo ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243, e, a maggioranza semplice, la proposta di risoluzione n. 3 di maggioranza che approva il Documento di economia e finanza 2023 (doc. LVII, n. 1).

Il relatore, sen. Calandrini (FdI), nell'illustrare il DEF, ha evidenziato che il quadro macroeconomico tendenziale e il quadro programmatico sono stati validati dall'Ufficio parlamentare di bilancio. Nel 2022 il Pil è cresciuto del 3,7 per cento, nel 2023 crescerà dello 0,9 (nello scenario programmatico dell'1 per cento), nel 2024 dell'1,4 e nel 2025 dell'1,3 per cento. L'indebitamento netto nel 2022 è di 151,9 miliardi pari al 4,4 per cento: il dato, migliore delle previsioni, dipende da un miglioramento del saldo primario. Rispetto al quadro programmatico, la politica economica del Governo, in coerenza con l'orientamento della Commissione europea, punta a contenere l'impatto dell'inflazione su famiglie e imprese e a sostenere la domanda nell'ambito di una gestione prudente della finanza pubblica. Il deficit programmato nel 2013 è pari al 4,5 per cento. Il rapporto debito PIL (al 144 per cento del 2022) è previsto al 142 per cento nel 2023. Il DEF indica 21 disegni collegati alla manovra finanziaria, di cui tre sono stati già presentati. Con la Relazione annessa al DEF, il Governo, sentita la Commissione europea, chiede al Parlamento l'autorizzazione a prevedere uno scostamento temporaneo dall'obiettivo di medio periodo e ad aggiornare il piano di rientro. Utilizzando risorse rese disponibili da un andamento dei saldi di finanza pubblica migliore rispetto alle previsioni, il Governo prevede che 3,4 miliardi siano destinati, nel 2023, a copertura di un provvedimento volto a sostenere il potere di acquisto dei lavoratori e ad evitare la spirale prezzi salari, e 4 miliardi siano destinati, nel 2024, alla riduzione della pressione fiscale.

Nella discussione generale, il sen. Cottarelli (PD) ha affermato che il DEF avrebbe potuto essere più coerente, più prudente e più trasparente; la sen. Camusso (PD) ha richiamato l'attenzione sulle incertezze relative all'attuazione del PNRR, sui fabbisogni del servizio sanitario, sulla mancanza di risorse per il rinnovo dei contratti collettivi; la sen. Furlan (PD) ha espresso preoccupazioni per possibili tagli al reddito di sostegno e potenziali misure di precarizzazione del lavoro. Il sen. Monti (Misto) ha invece espresso un giudizio positivo sui risultati del Governo Meloni e ha posto l'accento sulla responsabilità finanziaria della coalizione che lo sostiene. Il sen. Scurria (FdI) ha sottolineato che il DEF smentisce le previsioni infauste sulla vittoria della coalizione di centrodestra; la sen. Tubetti (FdI) ha parlato di una svolta rispetto a una politica di assistenzialismo clientelare; il sen. Russo (FdI) ha negato che sia intenzione del Governo privatizzare la sanità e rinunciare alla missione salute del PNRR. Secondo il sen. Nave (M5S), invece, il DEF fornisce l'immagine di un'Italia in affanno, priva di una politica industriale e di una proiezione nel futuro; i sen. Mazzella e Trevisi (M5S) e il sen. Magni (Misto-AVS) hanno criticato la riduzione della spesa sanitaria, i tagli al personale, la spinta alla privatizzazione dei servizi, il mancato adeguamento dei salari. La sen. Ternullo (FI-BP) ha affermato che, nonostante il rialzo dei tassi di interesse e il perdurare della guerra in Ucraina, gli obiettivi del DEF saranno raggiunti grazie a interventi di semplificazione, riordino degli incentivi e revisione della spesa, nuove politiche del lavoro. La sen. Sbrollini (A-IV) ha invitato il Governo a ratificare il Mes a ricorrere ai fondi del meccanismo europeo di stabilità per sostenere la sanità. Il sen. Borghi (LSP) ha contestato le critiche dell'opposizione, richiamando gli aumenti contrattuali per i docenti, i 4 miliardi stanziati per la sanità, il basso livello dello spread nonostante il venir meno degli acquisti della BCE; ha replicato alla sen. Sbrollini che nessun paese europeo ha fatto ricorso al Mes e ha auspicato una posizione comune rispetto alla trattiva europea sulla revisione del patto di stabilità. Alla discussione hanno partecipato anche i sen. Ylenia Zambito, Manca (PD), Zanettin (FI-BP), Antonella Zedda (FdI), Elisa Pirro (M5S).

Nelle dichiarazioni di voto favorevole alla proposta di risoluzione n. 3 di maggioranza, la sen. Biancofiore (Cd'I) ha posto l'accento sui riconoscimenti internazionali, a livello politico ed economico, dei risultati positivi del Governo Meloni, sulla resilienza del sistema produttivo nazionale, sul passaggio da una politica dell'emergenza a una politica della programmazione; ha richiamato il taglio del cuneo fiscale, la proroga del credito di imposta per gli investimenti del Mezzogiorno, i contratti di sviluppo, l'incremento del fondo di garanzia per le imprese. Il sen. Damiani (FI-BP) ha sottolineato il realismo e la prudenza del DEF a fronte di segnali di crisi bancaria e rialzo dei tassi di interesse che rendono incerto il quadro economico. Ha rivendicato la scelta del Governo di ridurre gradualmente le misure emergenziali, di attuare il PNRR e la revisione della spesa, di ridurre la pressione fiscale dello 0,6 per cento nel triennio. Il sen. Garavaglia (LSP) ha sottolineato che il DEF è in linea con la legge di bilancio: in un momento di particolare incertezza occorre procedere con pragmatismo e cautela, la prossima manovra finanziaria sarà definita dalla Nadef. Per sostenere la crescita occorre rivedere il sistema di accertamento e riscossione fiscale e potenziare le politiche attive del lavoro. Il sen. Liris (FdI) ha sottolineato il segno positivo del PIL, la riduzione del rapporto debito Pil, la riforma sostenibile del bonus edilizio, il taglio dell'IRPEF, la prospettiva di legislatura del Governo.

Nelle dichiarazioni di voto contrario alla risoluzione di maggioranza, il sen. Magni (Misto-AVS) ha richiamato la proposta di risoluzione n. 2, sottoscritta insieme ai Gruppi PD e M5S, e ha ribadito che la questione prioritaria è la coesione sociale: il DEF non prevede misure per ridurre le diseguaglianze, restituire potere di acquisto ai salari, favorire l'occupazione femminile. La sen. Paita (A-IV) ha evidenziato i cambiamenti mondiali, a livello di logistica e fornitura di gas, che restituiscono centralità al Mediterraneo e rendono urgente definire i contenuti di un piano per l'Africa. Il DEF appare privo di visione strategica, sottovaluta l'inflazione, riduce al 7 per cento la spesa sanitaria, non mantiene le promesse elettorali, non affronta l'emergenza demografica. La risoluzione n. 1 propone di ripristinare le misure di industria 4.0 e di Italia sicura. Il sen. Patton (Aut), dichiarando voto favorevole alle proposte di risoluzione che impegnano alla piena attuazione del PNRR, ha ricordato le incognite del quadro economico (tensioni geopolitiche, volatilità dei prezzi energetici, politica monetaria della BCE, riforma del patto di stabilità) che obbligano alla prudenza e restringono i margini di manovra. Ha quindi sottolineato che la riforma fiscale e l'intervento sulla legge Fornero sono rinviate. Il sen. Turco (M5S) ha accusato il Governo di non contrastare la perdita di acquisto dei salari e la spirale prezzi-profitti, di puntare su una crescita minima, di ritornare a una politica di austerità basata su tagli alla spesa che riproporrà la trappola del debito. Ha quindi proposto l'introduzione del salario minimo legale e di un meccanismo di indicizzazione dei salari all'inflazione. Il sen. Misiani (PD), annunciando astensione sulla relazione per lo scostamento, ha affermato che il DEF è debole, reticente, privo di ambizione: le risorse per il taglio al cuneo fiscale e i rinnovi contrattuali sono insufficienti; manca una politica industriale per accompagnare la transizione ecologica e digitale; il Governo non ha chiara la rimodulazione del PNRR. La riforma fiscale riduce la progressività, la riforma del lavoro aumenta il ricorso a contratti a termine e sostituisce il reddito di cittadinanza con strumenti che comportano una riduzione del 30 per cento delle risorse.

L'Assemblea ha eletto come componenti del Consiglio di Presidenza della Giustizia tributaria il dottor Giorgio Fiorenza e il professore Alessio Lanz. Sono risultati altresì eletti componenti dei Consigli di Presidenza della Giustizia amministrativa e della Corte dei conti rispettivamente Giovanni Doria e Carmela Margherita Rodà. Come stabilito dalla Conferenza dei Capigruppo, l'elezione per gli altri componenti dei Consigli di Presidenza, uno per la Giustizia amministrativa e l'altro per quella contabile, avranno luogo domani. La Conferenza dei Capigruppo ha altresì deciso che, a seguito del voto alla Camera sulla risoluzione di maggioranza al DEF,il Senato è convocato domani alle 14 per un nuovo voto sullo scostamento di bilancio.

(La seduta è terminata alle ore 19:03 )

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